di Stefania Petrotta
Continua il nostro giro di perlustrazione alla scoperta dei ristoranti che hanno riaperto, per capire come stia andando questo strano inizio di stagione post emergenza Covid-19.
Oggi siamo andati a Mondello, località balneare di riferimento per la città di Palermo, in cui Badalamenti Cucina e Bottega ha riaperto lo scorso 29 maggio.
(Badalamenti Cucina e Bottega)
“Dovevamo aprire per forza – racconta Marco Badalamenti che, insieme ai fratelli Luca e Mimmo, è titolare del ristorante – perché era la data del nostro nono compleanno. E infatti sono venuti a festeggiare con noi tutti i nostri clienti più affezionati. È stato molto bello. In più abbiamo avuto la fortuna di ritrovare una clientela molto serena, per nulla terrorizzata dal virus o fissata con le norme di sicurezza. Addirittura spesso siamo noi a dover ricordare alle persone di indossare la mascherina durante gli spostamenti all’interno del locale. Comunque, dopo un primo momento felice, fisiologicamente, i numeri sono andati calando. C’è da dire che normalmente noi in questo periodo lavoriamo moltissimo con i turisti stranieri. I palermitani vengono di più con le temperature più basse, perché probabilmente il fatto di non avere tavoli fuori ci classifica ai loro occhi come un ristorante invernale. Invece gli stranieri ci vengono a cercare apposta, è una fascia alta, un turista colto, che va alla scoperta dei luoghi anche dal punto di vista storico, culturale e che mi ritrovo spesso ad aiutare suggerendo loro percorsi e cantine da visitare con lo scopo esclusivo di farli andare via dalla Sicilia con un ottimo ricordo di ciò che hanno visto. Ma sono sicuro che appena si tornerà a circolare, anche i numeri torneranno a crescere. Nel frattempo la nostra proposta è rimasta quella di sempre perché non abbiamo voluto svalutare quello che siamo. L’unica variazione che abbiamo apportato è l’inserimento di un menù da 30 euro con piatti a scelta tra tre proposte per portata. Una formula che teniamo solo d’inverno ma che, per venire incontro a tutti, stiamo proponendo anche adesso”. Tengono duro, dunque, i fratelli Badalamenti, forti anche del fatto che i comparti della cucina a domicilio e della vendita di salumi, formaggi e vini abbiano avuto un riscontro più che positivo, al punto da aver dovuto arricchire ulteriormente la loro già ampia proposta di formaggi.
(Villa Clelia)
Ci spostiamo di pochi passi e raggiungiamo il ristorante Villa Clelia, gestito dalle sorelle Giada e Jessica Lo Monaco. “Abbiamo aperto subito – dice Fabio De Luca che, oltre ad essere lo chef del ristorante, è anche il marito di Giada – Non il 18 perché il lunedì è da sempre il nostro giorno di chiusura, ma già dall’indomani e abbiamo avuto la fortuna di ripartire con lo stesso organico che avevamo prima della quarantena, cosa oggi rara. Anche per quanto riguarda i coperti, avendo a disposizione ampi spazi, abbiamo dovuto ridurre di pochissimo il numero delle sedute anche se, a voler dire la verità, ciò non ci ha penalizzati perché non abbiamo gli stessi numeri degli altri anni. Devo infatti dire che abbiamo subito avuto un grosso riscontro dalla nostra clientela che non vedeva l’ora di tornare a trovarci con un primo giorno da tutto esaurito, ma dopo i numeri sono calati, come un po’ dappertutto. Adesso è un continuo di alti e bassi con un andamento non facilmente comprensibile. La settimana scorsa, per esempio, è andata piuttosto bene, poi venerdì abbiamo occupato solo tre tavoli, ma già il sabato di nuovo quasi pieni. Non si capisce, non c’è una costanza. Forse la gente approfitta delle giornate belle per andare al mare lontano, oppure – continua ridendo – ormai ha preso l’abitudine di fare la pizza a casa e non esce. Naturalmente scherzo, di base posso dire che non ci possiamo lamentare. Probabilmente perché noi non lavoriamo con i turisti, quindi magari quelli che stanno soffrendo di più sono i locali del centro storico in città. Di certo c’è che all’inizio la maggior parte delle persone è titubante, poi, una volta che arriva, si scioglie. E comunque abbiamo notato che anche gli individui più “paurosi” lo sono più per disinformazione che per altro. La maggior parte di loro è convinta di trovare un lager, poi arrivano, trovano la solita atmosfera e si rilassano. Ora poi, che c’è pure il giardino, sembra davvero che non si cambiato nulla”. Come non è cambiata neanche la proposta gastronomica che mantiene lo stesso numero di piatti e gli stessi prezzi. Semplicemente il menù si è adattato ai prodotti di stagione.
(Charleston)
Riparte invece domani lo storico ristorante Charleston. “Ci prepariamo a riaprire certi di garantire la massima sicurezza per i nostri clienti – spiega Mariella Glorioso che del ristorante è titolare – Abbiamo creato percorsi differenziati in entrata e in uscita, posizionato un termoscanner all’ingresso per la rilevazione della temperatura corporea, predisposto menù e carta dei vini digitali e tutto il nostro staff si è sottoposto ai test sierologici. I clienti potranno pranzare e cenare nella nostra grande terrazza immersa nel verde, all’aria aperta, accompagnati dal rumore delle onde del mare di Mondello, ricevendo le mille attenzioni che hanno da sempre contraddistinto il Charleston. Tutto quello che stiamo mettendo in campo è il nostro modo di garantire lo standard elevatissimo che abbiamo sempre offerto e ci auguriamo che i nostri clienti apprezzino questo sforzo e ci stiano vicini. Il nostro obiettivo è che il Charleston sia un’oasi dove lasciarsi alle spalle la pesantezza dei mesi che abbiamo vissuto, per entrare in una dimensione di ottimismo e serenità”. Ferma restando, quindi, una riapertura in tutta sicurezza, il ristorante ripartirà con una proposta culinaria differente. Si potrà infatti scegliere tra tre differenti menù degustazione e pochi piatti à la carte, variazione studiata al fine di valorizzare al meglio l’essenza della cucina dello chef Santino Corso, “Miglior chef under 30 della Sicilia” secondo Cronache di Gusto. Spicca fra le tre proposte “Le memorie del futuro”, il menù pensato proprio durante i mesi di quarantena. “Coltivare la memoria è un modo per ricostruire – illustra lo chef – Ricordare momenti ed esperienze vissute può aiutare a progettare il futuro. Ed è per questo che, durante questi difficili primi mesi del 2020, siamo andati a cercare nell’archivio delle ricette familiari. Piatti tipici della tradizione palermitana, come la faccia di vecchia o l’arrosto panato, assumeranno nuove forme per stupire gli occhi e il palato. Un percorso, dunque, che è il risultato di ricerca e reinterpretazione per iniziare, con i nostri mezzi, a ricostruire”.