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Scenari

Azienda Milazzo, quei bilanci da manuale con utili record, un vino trainante, crediti quasi zero…

13 Dicembre 2023
I numeri dell'azienda Milazzo I numeri dell'azienda Milazzo

Con questo articolo di Sebastiano Torcivia, docente universitario di Wine management a Palermo e direttore di un master dedicato al settore vitivinicolo, avviamo la pubblicazione di alcuni focus dedicati ai bilanci di alcune cantine italiane, almeno quelle che tra numeri e performance rappresentano i simboli di una certa imprenditoria legata al vino. La prima puntata è dedicata all’azienda Milazzo di Campobello di Licata, in provincia di Agrigento, una case history di tutto rispetto che ha pochi eguali in tutto il Sud Italia. Con quel vino bandiera che si chiama Bianco di Nera e molte altre etichette molto premiate in tutto il mondo che hanno fatto la fortuna di questa cantina.

Il caso aziendale che qui illustriamo presenta delle caratteristiche distintive molto particolari. Si tratta di un’azienda vitivinicola con sede a Campobello di Licata, in provincia di Agrigento, molto nota e diffusa nel panorama regionale, con una produzione di circa 900.000 bottiglie tra vini fermi, vini mossi e spumanti, metodo classico. La storia nasce intorno agli anni ’70 del secolo scorso, con circa venti ettari, è stata pioniera – iniziando sin dai primi anni ’80 – nell’introduzione dell’agricoltura biologica, sperimentando sin da subito, la spumantizzazione in Sicilia. Lavorazione manuale, viticoltura artigianale, sfruttamento ottimale del particolare clima e suolo sono gli elementi di forza condivisi ed attuati da sempre. La riprova di ciò è nell’elevatissimo numero di riconoscimenti internazionali ottenuti dall’azienda nei principali concorsi enologici. L’azienda ha conosciuto nel corso dell’ultimo decennio uno sviluppo importante, costante, con risultati reddituali e finanziari di tutto rispetto, che qui di seguito andiamo brevemente, ad analizzare.

Più in particolare, come può evincersi dall’esame della tabella che mette in evidenza i principali valori (fatturato, utili, indici, ecc.) degli ultimi dodici anni, si è assistito ad un incremento del fatturato che, in valore assoluto, è passato da euro 2.704.000 ad euro 8.517.000 (con punta nel 2021 di ben € 9.761.000) e quindi con incrementi percentuali, a partire dal 2012, per due anni di circa il 10%, a seguire, nel triennio successivo, con incrementi percentuali dal 20% al 30%, per poi assestarsi nel biennio successivo (2017-2018), a valori percentuali intorno al 10%. Gli ultimi anni (2020-2022) i valori non sono perfettamente comparabili e rappresentativi, causa avvento della pandemia che ha visto, nel 2020, ridurre il fatturato del 6,81%, per poi riprendersi, significativamente, nel 2021 con un + 28,07% ed un’ulteriore diminuzione, nel 2022, del 12,75%. È sul piano della redditività, tuttavia, che emergono valori estremamente positivi. L’azienda, sin dal 2011, ha sempre conseguito utili, dapprima, non elevati sino al 2014, per poi crescere significativamente dal 2015 in poi, per giungere, sin dal 2017 ad oggi, a valori che vanno dai € 1.716.000 del 2017 ai €. 2.120.000 del 2022, con una punta massima di quasi 3 milioni di euro nel 2021. È rilevante far notare che, pertanto, l’incidenza percentuale degli utili netti sul fatturato dal 2017 ad oggi abbia raggiunto valori elevatissimi e cioè dal 24,72% del 2017 al 27% circa degli anni 2018 e 2019, sino al valore massimo, nel periodo considerato del 30,65% del 2020 (e del 29,81% nel 2021), per attestarsi, nel 2022, al valore del 24,90%.

L'autofinanziamento...

In altri termini, ogni 100 euro di fatturato, in media e negli anni più significativi, l’azienda ha generato utili netti, potenzialmente prelevabili e distribuibili di circa il 27-30%. L’azienda, invero, ha sempre accantonato gli utili, consentendo, in tal modo, autofinanziandosi, la realizzazione di ingenti investimenti e generando la solidità attuale. È evidente la significatività di tale dato che difficilmente trova pari, non solo nel settore vitivinicolo, ma anche in aziende di altri settori. L’indagine di valori aziendali, inoltre, ha riguardato ulteriori aspetti, tra i quali l’indebitamento. In particolare, dall’ultimo bilancio 2022, si evince come l’incidenza degli oneri e proventi finanziari netti, pari a soli € 82.782 sia, in rapporto al fatturato solo dello 0,97%, mentre nel bilancio 2021 si rileva un valore ancora più basso, pari allo 0,68% (meno dell’1%), valore, questo che la accomuna solo per fare delle comparazioni, alle aziende primarie vitivinicole regionali “grandi”, e tra queste, segnaliamo, ad esempio Donnafugata, che ha un valore leggermente inferiore, dello 0.92%, Cusumano, con l’1,06%, Pellegrino, che ha il miglior valore in assoluto, pari allo 0,01%, seguita da Firriato Distribuzione con lo 0,1%.

Anche sul versante dell’immobilizzo di circolante in crediti, l’azienda è certamente positiva: il valore dei crediti esposti in bilancio, sul totale del fatturato è pari solo a 4,2% e ciò è frutto di un’accorta e lungimirante politica di gestione del credito che è iniziata anni fa – con assunzione di molteplici rischi in ordine alla perdita di clientela abituata a pagare i propri acquisti con molta dilazione – e che ha visto aumentare il successo commerciale dell’azienda nei confronti della propria clientela, derivante dalla distribuzione/vendita di prodotti molto richiesti (Bianco di Nera per tutti, Maria Costanza, gli spumanti, ecc.) e che hanno consentito all’azienda di poter contare su pagamenti anticipati, ovvero entro normali ed accettabili linee di fido, determinando un immobilizzo di crediti in circolante molto basso, con benefici effetti sulla liquidità aziendale e sulla capacità di ottenere risorse per investimenti che, nel tempo, sono stati continui ed innovativi. La società, in quanto srl agricola, beneficiando del favor legis fiscale dello Stato, avendo scelto questa strutturazione societaria, ha un’incidenza fiscale del tutto marginale (pari a soli € 7.885) rispetto al fatturato.

I vigneti di proprietà

Nel corso delle nostre abituali visite aziendali e nell’ambito dei nostri studi, ci ha colpito la formula imprenditoriale dell’azienda. In particolare, utilizza solo propri vigneti, senza effettuare alcun acquisto dall’esterno, ha una superficie vitata che si approssima circa ai 100 ettari e non ha più voglia/possibilità di crescita, almeno nel breve/medio termine. Ciò comporta che la produzione abbia un valore dato, finito, attesa la produttività per ettaro ottenuta e che va a distribuirsi sia nella produzione dei vini fermi, sia mossi e dello spumante. Ciò ha determinato che l’azienda – nel breve – non abbia esigenza di crescere, di acquisire nuova clientela, perché ha un modello gestionale per “assegnazione” – il sogno di ogni azienda – cioè determina essa la quantità che può fornire al proprio cliente che, invero, ne richiede sempre una quantità maggiore, ma che l’azienda non può fornire, sia perché deve soddisfare altri clienti, sia per rottura di stock che, sistematicamente, avviene ogni anno, per alcuni prodotti di punta.

Dunque, la crescita e l’incremento dei ricavi – p x q, cioè prezzi per quantità – può solo avvenire non muovendo la quantità, che va a saturarsi, ma attraverso aumenti di prezzo che, ovviamente, pena uno scontro competitivo con altri prodotti, di fascia superiore – o ritenuti tali dal consumatore – non possono crescere indefinitamente, anche se ciò è avvenuto, ad esempio, per il prodotto “Bianco di Nera” (a scaffale oggi raggiunge anche un prezzo di 16 euro, senza contare location particolari, quali aeroporti, località turistiche, ove i prezzi sono ancora maggiori). L’azienda è fortemente concentrata nelle vendite regionali, non ha esigenza di avere mercati nazionali significativi – per quanto presidiati nelle principali città italiane – né un export significativo, anche perché avrebbe un effetto di “cannibalismo” sulle vendite regionali e, pertanto, dovrebbe sostituire vendite interne con vendite export, senza ragione di margini più significativi che, anzi, com’è noto, all’estero, richiedono riduzioni di prezzo.

Occhio ad appiattirsi su questi risultati

Dunque tutto bene? Tutto perfetto? Nessun difetto? Siamo di fronte ad un’azienda perfetta? No, certamente, non esistono aziende perfette e, inoltre, i pericoli, i rischi aziendali, sono sempre dietro l’angolo. Proviamo qui ad elencarne alcuni. La notorietà del marchio, dei prodotti, come detto sopra, è fortemente concentrata nel panorama regionale, riteniamo che ci possa (e, secondo noi, ci debba) essere uno spazio anche nel panorama nazionale e internazionale, per potere affermare ancor di più il brand. Con particolare riferimento al prodotto di eccellenza, ovvero di maggiore vendita – il Bianco di Nera – l’incremento ulteriore di prezzo – a nostro avviso – potrebbe portare il consumatore a scegliere prodotti “mossi” diversi, che vanno anche a coincidere con gli spumanti, anche affermati e noti nel mercato nazionale, che hanno prezzi che si avvicinano ai livelli raggiunti dal Bianco di Nera e ciò potrebbe determinare – se non nel breve – riduzione nei consumi.

La competizione sui prodotti – simili al Bianco di Nera – da parte di molte aziende regionali è ormai molto presente; quasi tutte le aziende regionali vitivinicole hanno nel proprio portafoglio prodotti “briosi” e, naturalmente, a prezzi ben diversi da quelli sopra indicati per il Bianco di Nera e ciò potrebbe portare a spostamenti, anche significativi, negli acquisti del prodotto a vantaggio dei nuovi arrivati. La situazione, che si verifica con frequenza, di rottura di stock di prodotti di punta, ha fatto sì che alcuni clienti – aziende enoteche, distributori, ecc.- abbiano dovuto rimediare alla richiesta inevasa dall’azienda, con prodotti della concorrenza, più disponibili in quantità e più favorevoli in ordine al prezzo. Certamente, in conclusione, un caso aziendale molto interessante, – degno della trattazione in una business school – meritevole di ulteriori approfondimenti, ma soprattutto dell’esigenza di dare una risposta a queste fondamentali domande: cosa vuole fare nel prossimo futuro l’azienda? Per esempio da qui ai prossimi 3-5 anni? Quali sono i suoi obiettivi di crescita e di sviluppo, tenendo conto di quanto sopra detto?

In un futuro non molto lontano tenteremo di approfondire queste domande con opportune analisi e, dunque, adeguate risposte.