Parla Fabrizio Bindocci: “Vogliamo fare quello che hanno fatto i francesi”
di Geraldine Pedrotti
E’ stato ribattezzato da molti “Il Consorzio dei Consorzi” perché racchiude 16 consorzi toscani di vini Doc e Igp, rappresentando circa 5 mila imprese, oltre 20 mila addetti, con un fatturato superiore al miliardo di euro e una quota di export superiore al 70 per cento.
Stiamo parlando di Avito, l’organismo nato lo scorso anno che adesso punta in alto e si candida a sostituire Toscana Promozione, diventando l’interlocutore unico della Regione Toscana per tutto ciò che riguarda la produzione d’eccellenza. “Toscana Promozione è un’entità destinata a chiudere – dice Fabrizio Bindocci, ex presidente del Consorzio Brunello di Montalcino e ora alla guida di Avito – vorremmo sostituirci all’ente regionale con una struttura snella, senza poltrone, senza spese. Questo permetterebbe di diventare interlocutore unico con la Regione ma anche con il governo nazionale e con l’Unione europea e avere più forza contrattuale nelle battaglie che riguardano i diritti del territorio e dei produttori”.
E le ambizioni di Avito non terminano qui. L’obiettivo è allargare il campo ai consorzi di tutela di tutte le eccellenze toscane, non soltanto enologiche. “Vogliamo fare quello che hanno fatto i francesi – spiega Bindocci – muoverci come Toscana nella sua interezza, rappresentando tutto ciò che di meglio abbiamo, dal vino al formaggio, dal prosciutto all’olio”.
Un piano ambizioso, che tende a superare tutti i particolarismi in una regione piena di “campanili”. “Separati non si va da nessuna parte – attacca Bindocci – dobbiamo fare gioco di squadra. Gli atti di snobismo non fanno bene alla Toscana e ai suoi prodotti, vino in primis. Non ha alcun senso fare i primi della classe, perché oggi sei bravo e vendi, domani non si sa. E’ facile passare dalle stelle alle stalle, e se si va avanti da soli senza una rete si cade e non ci si rialza più”.