“Nella vostra dispensa ci sono le busiate? Negli Usa ci sono in alcuni ristoranti quelle siciliane di Filippo Drago”. A dirlo è il New York Times, che in un articolo firmato da Florence Fabricant parla dell’attenzione degli americani a questo formato di pasta, quasi sconosciuto oltreoceano. E menziona proprio Molini del Ponte.
“Questa pasta tradizionale siciliana – si legge nell’articolo – si ottiene avvolgendo fili di pasta piatta intorno a sottili tasselli (come i ferri da maglia, “busa” in dialetto siciliano) in modo che si asciughino e mantengano le spire, senza bisogno di lacca. La pasta si trova da Santi, l’ultimo nato di Michael White, ma anche da Forsythia, Leon’s, Sicily Osteria, Norma e F&F Pizzeria e Tortello a Chicago”.
Nell’articolo viene spiegato come questo formato venga fatto con grani antichi: “Da Gustiamo, l’importatore italiano nel Bronx, è prodotta con farina di tumminia integrale macinata a pietra dal sapore di nocciola da Filippo Drago, che coltiva varietà di grano tradizionali nel sud della Sicilia”.
Per far risplendere il sapore della farina di Tumminia, Filippo Drago pensa che le sue busiate non abbiano bisogno di altro che di un buon olio extravergine d’oliva siciliano e di sale marino di Trapani.
Non è la prima volta che la pasta di Molini del Ponte viene nominata sul giornale americano. Già nel 2014 la stessa redattrice ne aveva parlato a proposito di grani antichi.