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Scenari

Aumento del fatturato per 6 cantine su 10. Lo studio dell’osservatorio del Vinitaly

30 Giugno 2015
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Angelo Gaja: “Dobbiamo essere uniti per incrementare la rendita dei nostri affari”; Marilisa Allegrini: “Ancora non siamo stati in grado di organizzarci al meglio per il mercato degli Stati Uniti”


da Milano, Michele Pizzillo

L’agroalimentare italiano esporta ed anche molto e bene. Di questo si è parlato al terzo forum food & made in Italy organizzato a Milano dal quotidiano Il Sole 24 Ore. Ma se nelle sezioni di discussioni del forum ne metti una dedicata al vino, sicuramente sarà una delle più seguite. 

Se poi metti insieme relatori come Angelo Gaja, Marilisa Allegrini e Sandro Boscaini, il successo è assicurato. Perché nel caso del vino il successo non rende antipatici, al contrario. Tant’è che Gaja ha sottolineato che all’estero noi italiani siamo ritenuti molti simpatici e di questo ne dobbiamo approfittare perché anche il nostro vino, ovunque lo portiamo, suscita simpatia ed interesse ed anche business. Insomma, il vino è un bene prezioso per la competitività del made in Italy, quindi per noi produttori è una rendita che però va potenziata perché con il vino possiamo essere leader incontrastati in tutto il mondo.

“Attenzione: dobbiamo essere uniti se vogliamo incrementare questa rendita”, ha concluso Gaja. Mentre Marilisa Allegrini ha sottolineato la necessità di fare sistema se si vuole consolidare le presenza del vino italiano nel mondo. “Non siamo stati capaci di organizzarci per gli Stati Uniti, magari con una struttura tutta nostra per vendere il vino, cerchiamo di farlo neo paesi che si stanno avvicinando al nostro prodotto. Mettiamoci insieme, per evitare di andare in ordine sparso e magari farci poi la concorrenza sul posto, ma a spese nostre attraverso la riduzione dei margini di guadagni. Dobbiamo trovare il sistema di superare il three tier system americano che quadruplicava i prezzi dei nostri vini negli Stati Uniti”.


(Angelo Gaja)

Ed ecco la criticità, in un settore che ci sta dando molte soddisfazione. Infatti, nella tavola rotonda “strategie per l’internazionalizzazione come fattore decisivo di crescita e sviluppo: dove, come e con chi” che ha preceduto il focus sull’economia del vino, il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani si è soffermato sull’attuale andamento delle vendite del vino all’estero che nei primi quattro mesi dell’anno, secondo una dell’ Osservatorio wine2wine di Vinitaly.Delle oltre 400 cantine intervistate tra maggio e giugno, distribuite in modo uniforme su tutto il territorio nazionale (17,5% Nord-Ovest, 35,4% Nord-Est, 31,7% Centro, 15,4% Sud e Isole) e tutte già espositrici di Vinitaly o partecipanti alla prima edizione di wine2wine nel dicembre 2015, il 58,3% ha dichiarato una crescita del fatturato imputabile al commercio estero rispetto allo stesso periodo del 2014. Il 32% è stabile, mentre un calo viene registrato dal 9,7% di chi ha risposto, a cui si contrappongono incrementi superiori al 15% per il 21,4% delle cantine. Il trend è molto positivo soprattutto per le imprese del Nord-Est e dell’Italia meridionale, per quelle mediamente internazionalizzate (cioè presenti con i propri vini in 6-20 mercati) e per quelle con percentuali di export già superiori al 30%”.

La conferma arriva anche dai dati Istat del primo trimestre 2015, che indicano un valore delle esportazioni italiane di vino in aumento del 3,85% per un totale di quasi 1,189 miliardi di euro, anche se con una contrazione dei volumi di circa il 2%.

A completare il quadro del focus sul vino, l’intervento di Sandro Boscaini, in questi caso come presidente di Federvini e che poi ha parlato della decisione di portare in borsa la sua azienda, Masi Agricola, che sarà nel listino delle piccole e medie imprese italiane quotate a Piazza Affari (ne abbiamo parlato qui)
Durante il forum si è parlato pure delle nuove sfide dell’agroalimentare italiano e dei nuovi obiettivi per l’export dell’industria agroalimentare. Di agroalimentare e finanza con, tra l’altro, Vincenzo Cremonini e Robert Kunze-Concewitz, amministratori delegati rispettivamente del Gruppo Cremonini e Campari che insieme ad esponenti del mondo bancario hanno parlato delle opportunità che offre il mondo della finanza alle aziende del distretto agroalimentare per sostenere la crescita.