“L’atto della Regione Sicilia è legittimo, ma i vini Dop e Igp ottenuti lì non potranno avere in etichetta l’indicazione del nome del vitigno Primitivo”.
Lo ha assicurato il direttore del dipartimento Agricoltura della Regione Puglia, Gianluca Nardone, ascoltato in IV commissione consiliare sulla tutela del Primitivo pugliese. Alle audizioni, chieste dopo che la Regione siciliana ha autorizzato la produzione del Primitivo, hanno partecipato anche il dirigente della sezione Competitività delle filiere agroalimentari, Luigi Trotta e i rappresentanti del comparto vitivinicolo pugliese Francesco Liantonio, presidente del Consorzio di tutela dei vini doc di Castel del Monte; Mauro di Maggio, presidente del Consorzio del Primitivo di Manduria e Massimo Tripaldi di Assoenologi Puglia.
I produttori pugliesi hanno manifestato oggi le loro preoccupazioni, ma Nardone ha rassicurato: “Il decreto ministeriale del 13 agosto 2012 in materia di etichettatura di Dop e Igp consente l’uso solo in 7 regioni italiane: Puglia, Basilicata, Campania, Abruzzo, Umbria, Lazio e Sardegna”, ha ricordato. “Chiediamo che non vengano commessi gli errori del passato – sottolinea Liantonio – e che si lavori insieme per rafforzare l’immagine della Puglia. La prossima occasione è rappresentata dal decreto Etichettatura, in merito al quale bisogna essere incisivi e predisporre un sistema di tutele che riguardi tutte le 27 denominazioni pugliesi, magari attraverso la creazione di ambiti territoriali”.
C.d.G.
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