“Il mercato del vino sta vivendo un momento di flessione a livello mondiale. Un provvedimento immediato da adottare, nelle denominazioni in maggiore sofferenza, è di bloccare eventuali nuovi impianti di vigneti così da contenere la produzione e quindi equiparare la domanda all'offerta”.
E' quanto sostiene Riccardo Cotarella, presidente nazionale di Assoenologi e produttore umbro, commentando la crisi che sta vivendo il settore alla vigilia della vendemmia 2018. “Mettere uno stop per almeno tre anni alla realizzazione di nuovi vigneti – ha spiegato l'esperto parlando con l'Ansa – avrà un duplice effetto positivo: il primo di contenere le produzioni, il secondo permetterà ai nuovi potenziali viticoltori di scegliere adeguatamente il tempo dell'impresa”. Cotarella ha sottolineato che la strada dello sbarramento “è stata intrapresa già da Consorzi importanti in Italia, tra cui quelli delle zone in cui si produce l'Amarone, il Brunello, il Barolo e per restare in Umbria, il Montefalco”. “Ma – ha aggiunto – c'è anche chi si oppone a questa soluzione, come sta accadendo ad esempio al Consorzio vini Orvieto dove una risicata minoranza cerca di ostacolare la richiesta avanzata di recente alla Regione Umbria dalla stragrande maggioranza dei soci. Ecco chi si dice contrario a questa impostazione è semplicemente fuori dalla realtà oppure è portato per natura a contestare l'incontestabile”. Al punto che il presidente di Assoenologi si appella proprio agli stessi produttori per evitare che la situazione possa peggiorare ulteriormente. “Gli imprenditori del settore e i Consorzi – ha sostenuto ancora – devono adottare politiche di produzione oculate e curare maggiormente la comunicazione dei propri prodotti”. Uno dei motivi in cui trovare una spiegazione alla difficoltà del mercato enologico, secondo Cotarella, sta anche nel fatto “che sono sempre più i Paesi del mondo che producono vino, a fronte di una domanda che diminuisce e quando va bene resta invariata”.
C.d.G.