Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata da Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi al presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte.
Illusrtissimo Presidente del Consiglio dei Ministri,
Le scrivo in qualità di presidente di Assoenologi, organizzazione di categoria dei tecnici del settore vitivinicolo, per esprimerLe tutta la preoccupazione che in queste ore il mondo del vino sta vivendo a seguito delle annunciate nuove misure finalizzate al contenimento del Covid 19 per la cosiddetta “Fase 2”. Nello specifico, il prolungamento della chiusura delle attività ristorative almeno fino al prossimo 1 giugno rischia, ad avviso mio e dei soci che rappresento, di mettere in seria difficoltà non solo gli imprenditori di settore, ma anche il comparto enologico nazionale. Molte delle cantine presenti sul territorio del nostro amato Paese sono fortemente legate alle attività di ristoranti, enoteche e locali tipici che tanto caratterizzano il commercio, il turismo e la vita sociale dal Nord al Sud dell’Italia.
Comprendo che la situazione che Lei e il Suo Governo siete chiamati a fronteggiare e gestire non sia semplice, ma il timore, di fronte a queste misure, è di vedere scomparire un pezzo di Italia che fino a due mesi fa ha lavorato e investito per mandare avanti le proprie aziende. Non voglio e non vogliamo come Associazione entrare nel merito scientifico delle scelte fin qui assunte perché non abbiamo alcun titolo per farlo, ma questo non ci esime dall’esprimerLe tutto il nostro timore. L’appello che Assoenologi – associazione con più di 5 mila professionisti dai quali dipende in gran parte il livello qualitativo dei vini prodotti dalle oltre 300 mila aziende vitivinicole italiane – Le rivolge, è di aprire una eventuale nuova riflessione così da agevolare il ritorno alla piena attività della ristorazione, seppur con tutte le dovute e necessarie misure anti-contagio. RingraziandoLa per la Sua attenzione e certo del fatto che prenderà in considerazione queste parole che Le vengono rivolte dal mondo del vino, Le porgo distinti saluti.
Riccardo Cotarella