L’Asolo Prosecco è più forte della crisi. Da inizio gennaio a fine giugno 2020 la produzione certificata di Asolo Prosecco è stata pari a 7,8 milioni di bottiglie, con un balzo in avanti dell’8,3% rispetto al primo semestre del 2019.
La dinamica di sviluppo dell’Asolo Prosecco assume una luce particolarmente significativa se si guardano i dati del solo secondo trimestre, ossia dei tre mesi nei quali la pandemia di Covid-19 ha prodotto le ricadute più gravi sull’economia italiana e internazionale: fra aprile e giugno del 2020 l’Asolo Prosecco è cresciuto del 7,6% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso, dimostrandosi in netta controtendenza rispetto all’ampia maggioranza del settore vinicolo italiano ed estero. Il favorevole andamento della denominazione è stato illustrato dal presidente del Consorzio Asolo Prosecco nel corso dell’Assemblea dei Soci svoltasi martedì 30 giugno. “In un contesto di crisi globale che ha visto il settore del vino subire un forte ridimensionamento – ha detto il presidente Ugo Zamperoni – l’Asolo Prosecco può tirare un respiro di sollievo e guardare con fiducia al futuro. Ci conforta anche la situazione delle scorte, che ci permettono di gestire la domanda virtualmente senza tensioni fino alla prossima vendemmia”.
Alla luce delle dinamiche di mercato, a differenza di quanto accade per una larghissima parte delle denominazioni di origine italiane l’Assemblea del Consorzio Asolo Prosecco non ha discusso alcuna misura di contenimento della resa di uva per ettaro in vista della vendemmia. “Credo che la nostra filiera – ha sottolineato Zamperoni – possa guardare con fiducia ai mesi a venire, perché ad ora per fortuna non abbiamo alcuna pesantezza dell’offerta, né rallentamento della domanda da calmierare con misure cautelative”.
C.d.G.