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Scenari

Arriva l’ok, prorogato l’abbattimento delle accise per la birra anche nel 2023

13 Febbraio 2023
birra_artigianale birra_artigianale

di Marcella Ruggeri

Sospirone di sollievo per i piccoli birrifici indipendenti italiani che potranno usufruire nuovamente della proroga sull’abbattimento delle accise per la birra nel 2023 che era stato ufficializzato dal governo Draghi con la manovra 2022.

La proroga era scaduta alla fine dell’anno scorso e aveva riportato l’accisa a 2,99 euro per ettolitro diminuendo la scontistica per i piccoli imprenditori. Per esempio per chi produce fino a 10mila ettolitri l’anno doveva pagare il 40% in meno di tassa. Adesso, si potrà avvalere del 50% di riduzione e di un’accisa a 2,97 euro a ettolitro e per grado Plato. Per i produttori che garantiscono fino a 30mila ettolitri lo sconto corrisponderà al 30%; per coloro che realizzano fino a 60mila ettolitri si tocca il 20% in meno. Fino al 2022, vista la ripercussione Covid, l’accisa era stata di 2,94 euro per ettolitro. La notizia della nuova misura renderà felici la maggior parte delle imprese tenendo conto per esempio che sono tantissimi gli impianti che producono al di sotto dei 10mila ettolitri annui e quindi con diritto ad uno sconto della metà dell’accisa. Tutto questo si palesa dopo l’approvazione al Senato dell’emendamento, a prima firma De Carlo, al decreto “Milleproroghe” che prevede l’estensione del taglio delle accise per la birra. Il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida parla di “ottimo risultato con cui si mettono a disposizione 8,15 milioni di euro per il 2023 e si mette in sicurezza il comparto brassicolo, consolidando il suo sviluppo e salvaguardando la produzione della birra italiana”.

L’esponente del Governo Meloni elogia l’operato di questa legislatura e del Masaf “per essere in prima fila nel rispondere alle richieste dei produttori, supportare la filiera della birra nazionale e mantenere alta la qualità dei prodotti”. È vero che la birra artigianale è al 90% ormai una bevanda a tutto pasto che accompagna nelle tavole dalle miglori pietanze popolari a quelle gourmet. Perciò è una eccellenza del nostro “Made in Italy” che va tutelata e incoraggiata, insieme alla maestria dei nostri produttori con il massimo impegno, come ribadisce lo stesso Ministero di riferimento del comparto. Il direttore del Consorzio Birra Artigianale Italiana Carlo Schizzerotto commenta soddisfatto ripensando al lavoro che la propria realtà di associati sta già effettuando per incentivare la filiera e darle sostegno con l’incremento della produzione della materia prima nell’intero Paese. Ovviamente si aspetta anche la conferma dell’Agenzia delle Dogane per il passaggio obbligatorio della normativa. Tutti i componenti del circuito birra artigianale (che ha conquistato quota 1.085 impianti a livello nazionale) si augurano che anche il Decreto concesso alle Filiere Minori solo per il 2021, firmato dal Ministro Stefano Patuaneli, sia prorogato ai nostri giorni perché aveva istituito importanti aiuti finanziari alle aziende agricole di quattro settori, distribuendo anzi le maggiori risorse alla Sezione Brassicola. Su 10 milioni di euro destinati a questo Fondo per la tutela e il rilancio delle filiere (per investimenti in ricerca e promozione) con la Legge di Bilancio 2021, era proprio il comparto brassicolo a ricevere di più cioè 3,5 milioni di euro, a quello di canapa e frutta a guscio 3 milioni di euro a testa e infine all’apicoltura 500mila euro. In termini pratici, si autorizzava anche una ripartizione di 200 euro per ettaro di orzo e 1.500 euro per ettaro di luppolo (per la sua più ardua coltivazione). Oltre ad agevolare gli imprenditori, si puntava a tendere una mano fattiva ai piccoli contadini. Anche la Coldiretti si allinea a questa notizia fresca di Ministero: “Il taglio delle accise determina la ripresa del mondo italiano della birra. Negli ultimi dieci anni i birrifici si sono triplicati, un fattore che ha impennato la domanda di materie prime 100% Made in Italy”. I numeri ci rivelano che il luppolo, da zero, ha una copertura di un milione di metri quadrati coltivati lungo lo Stivale mentre 300 milioni di metri quadri sono rivolti all’orzo per la produzione di malto.