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Scenari

Argentati (distretto agrumi di Sicilia): “Servono regole per il comparto agrumicolo”

14 Gennaio 2015
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“È' paradossale che, a fronte di un contesto internazionale caratterizzato da una globalizzazione degli scambi commerciali, in Sicilia ci sia una totale assenza di regolamentazione del comparto agrumicolo del prodotto trasformato che ha costretto tante piccole realtà a chiudere”. 

Lo afferma ad Ansa la presidente del Distretto agrumi di Sicilia, Federica Argentati, sui succhi di agrumi 'Made in Sicily'.

Federica Argentati “sollecita vertici regionali e aziende di produzione e trasformazione a perfezionare l'Accordo Quadro siglato nel marzo 2014 con la Regione a sostegno della filiera agrumicola siciliana per la valorizzazione di succhi di agrumi di qualità provenienti da colture dell'isola e dei relativi sottoprodotti derivanti dal processo di trasformazione, come il pastazzo”. Secondo la presidente del Distretto agrumi di Sicilia occorre “stoppare l'attuale deregulation che, di fatto, scontenta tutta la filiera”. “Senza contare – sottolinea – il valore aggiunto, in termini di immagine del territorio siciliano che, con una produzione aggregata, si presenta compatto e competitivo sul mercato globale”. 

“Una deregulation che rischia di creare seri problemi sul fronte occupazionale”, spiega sempre all’Ansa, Salvatore Imbesi, amministratore di Agrumi-Gel di Barcellona Pozzo di Gotto (Me), una delle più attive aziende di trasformazione siciliane (25mln di fatturato nel 2014, 45 dipendenti e 20 nell'indotto). “Più volte, invano, ho sollevato il problema – osserva – cercando di contribuire direttamente con azioni concrete. Evidentemente la questione viene sottovalutata o comunque non affrontata in maniera adeguata. Se le condizioni attuali permarranno – chiosa l'imprenditore – sarò costretto a chiudere la mia impresa con ripercussioni negative sia sull'intera filiera sia sull'occupazione”.

C.d.G.