di Stefania Petrotta
Le notizie dell’addio a Ciccio Sultano di Peppe Cannistrà, chef dei Banchi di Ragusa che a marzo aprirà il suo locale “Rude” a Marina di Ragusa e dell’esordio negli stessi del secondo storico di Sultano al Duomo, Marco Corallo, non sono le uniche che hanno provocato rumore nel mondo della ristorazione “sultaniana”.
Quella forse più stupefacente è infatti l’interruzione del rapporto con il sommelier Antonio Currò, dal primo dicembre al ristorante Spirito Santo di Siracusa. Stupefacente vista dall’esterno, in realtà molto delineata tra i due. “Quando sono arrivato da Ciccio – spiega infatti Currò – avevamo stabilito una collaborazione quinquennale con l’obiettivo di raggiungere alcuni traguardi. A fine ottobre 2022 i cinque anni sono scaduti e quindi ho deciso di prendere la mia strada”. Anche la sua permanenza nel ristorante siracusano, infatti, è temporanea, un prolungamento di una consulenza che Currò presta loro praticamente dall’apertura. Il vero obiettivo del sommelier è quello di aprire un locale tutto suo a Taormina: “Un passaggio per me obbligatorio, a questo punto – continua – Ho scelto Taormina perché per me è casa, ma soprattutto per una promessa che avevo fatto ad Enrico Briguglio, compianto storico ristoratore e patron dello stellato Casa Grugno, con cui ho lavorato tanti anni. Però ho in mente un format innovativo che prende spunto dal wine restaurant che Enrico Bernardo, notissimo sommelier italiano, vincitore del titolo di Miglior sommelier del mondo a soli 27 anni, aveva aperto una quindicina di anni fa a Parigi “Il vino d’Enrico Bernardo”, insignito nel 2013 della stella Michelin, che scardinava la classica convenzione dell’abbinamento cibo-vino. Prendendo spunto da quell’idea, anche il mio sarà un wine restaurant a tutti gli effetti dove si mescolano le carte e si parte dalla scelta del vino, dalla bottiglia ai percorsi di degustazione, e solo dopo lo chef proporrà dei piatti in abbinamento. Insomma tutto il contrario di come funziona un normale ristorante”. Sull’apertura Currò mantiene uno strettissimo, e sospettiamo scaramantico, riserbo ma siamo certi, conoscendo lui ed essendoci immediatamente innamorati del progetto, che sarà una bellissima realtà e rappresenterà un’importante evoluzione nell’offerta enogastronomica siciliana.