In Borgogna molti produttori hanno perduto il 60% della produzione.
Un bilancio pesantissimo causato dalle condizioni climatiche che stanno mettendo in ginocchio una delle regioni del vino più importanti al mondo. L’ultimo flagello che si è abbattuto sulle viti è stata la tempesta che si è scatenata lo scorso primo agosto. La terza in un mese e l’ultima di una lunga serie che da aprile. La testimonianza degli effetti disastrosi di questo periodo di piogge la danno alcuni uomini del vino su Decanter.com.
Le vigne delle aree Hautes-Cotes-de-Beaune e dell’ Hautes-Cotes-de-Nuits sarebbero state le più colpite. Pulignye, la parte nord di Volnay e Meursault sarebbero state le zone dove si è perso il maggiore quantitativo di uve, ha riferito il responsabile per l'agricoltura alla Camera di Commercio della Cote d’Or, Pierre Petitot. “La portata del disastro è simile a quella che ha interessato a giungno il Volnay e il Pommard”. Quattrocento millimetri di pioggia sarebbero caduti nella regione, più della metà rispetto alla media normalmente registrata in questi periodi. Un anno piovoso e umido il 2012 che ha portato ad intensificare i trattamenti in vigna per arginare l’attacco della muffa e dell’oidio. “Non c’è stata una settimana che non è stata interessata dalla pioggia, rendendo difficile lavorare il terreno”, ha dichiarato al giornale inglese Jacques Devauges di Domaine de l’Arlot nella Nuits-Saint-Georges.
Kyriakos Kynigopoulos, enologo di origine greca che segue 200 cantine in tutta la Borgogna, ha visto pochissime volte un clima del genere, nel 1991 nella Cote de Nuits, nel 2001 e nel 2004 nel Volnay e nel Cote de Beaune. Tutto questo si rifletterà nella qualità dei vini. L’enologo infatti preannuncia che i vigneti danneggiati daranno vini caratterizzati da un gusto più metallico. “Per evitare questo è essenziale una severissima selezione delle uve dopo ladiraspatura e una un tempo di macerazione più breve”.
C.d.G.