Un incontro con degustazione in cima al monte Costabella, l'occasione per parlare anche della separazione (non indolore) delle 13 famiglie dal consorzio
(L'arrivo al Rifugio Chierego dei produttori e dei giornalisti)
di Aurora Pullara, Trento
Tredici vini, tredici famiglie storiche che producono Amarone da generazioni, 6 chilometri di scalata per arrivare sulla cima del Monte Baldo, 2mila metri di altitudine: sono questi in numero di Amarone in vetta, organizzata dalla Bottega del Vino e Famiglie Storiche dell’Amarone.
Produttori e giornalisti hanno raggiunto il rifugio Chierego presso la cima Costabella, a 1.911 metri sul livello del mare, dove per l'occasione si sono incontrati la grande montagna e la grande enologia in una degustazione ad alta quota. Il meraviglioso panorama del Monte Baldo ha fatto così da scenario ai 13 grandi Amarone delle Famiglie Storiche. I vini in degustazione erano quelli firmati da Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre d'Orti, Venturini e Zenato, in abbinamento a un menù preparato dall’Antica Bottega del Vino di Verona: risotto al Monte Veronese Dop e tartufo, guancia brasata all'Amarone e cheesecake ai mirtilli. L'occasione per scambiare due chiacchiere con Sabrina Tedeschi, presidente de Le Famiglie dell'Amarone: “L’80% della produzione viene esportata nei mercati esteri – sottolinea – Stati Uniti, Canada e Nord Europa sono i maggiori importatori, noi a gennaio abbiamo organizzato degli eventi di promozione negli Usa e abbiamo ricevuto un ottimo feedback”.
I numeri de Le Famiglie dell’Amarone sono importanti: 2,2 milioni le bottiglie prodotte, il 10% del totale della produzione, ma su un territorio di 800 ettari, a fronte degli 8 mila totali, “E’ molto importante non svalutare il prodotto ma fare squadra per promuoverlo e mantenerlo alto. Le Famiglie Storiche sono nate nel 2009 per promuovere insieme il loro Amarone Docg nel mondo. Il distacco dal Consorzio è avvenuto qualche anno fa, ma oggi è in atto un dialogo con l’intenzione da parte di tutti di raggiungere la serenità nel territorio e tornare a parlare dell’Amarone in maniera edificante”.