Il Lugana Doc è in pericolo. Il motivo? L’alta velocità.
Ma spieghiamo meglio. I binari della nuova linea ad alta velocità che collegherà Brescia con Verona attraverseranno i vigneti del Trebbiano. Si parla di un “taglio” di vigne tra 80 e 250 ettari. Da queste uve si produce il Lugana, uno dei bianchi del nuovo successo del vino italiano.
Luca Formentini, 47 anni, è il presidente del Consorzio del Lugana, che raggruppa 150 aziende. È, da sei mesi, un tenace e pacifico anti Tav. “Siamo persone perbene, non come gli scalmanati della Val di Susa. Non vogliamo la Tav sui vigneti e davanti alle ville” dice al Corriere della Sera.
Formentini guida l’azienda Selva Capuzza. Il comune è Desenzano, il luogo è San Martino della Battaglia, dove Vittorio Emanuele II e Napoleone III sconfissero l’imperatore d’Austria Cecco Beppe nel 1859. Produce 450 mila bottiglie con 45 ettari (tra i Lugana svetta il suo Riserva Menasasso, sapido e morbido).
Il vignaiolo ha visto raddoppiare il mondo del Lugana attorno a lui: i 700 ettari di una dozzina di anni fa sono diventati 1.300, tra le province di Brescia e Verona. Sono nate molte piccole aziende, le medie sono diventate grandi. Nomi noti nel tempo e altri più recenti: Ca’ dei Frati, Ca’ Lojera, Citari, Fraccaroli, Le Morette, Montresor, Ottella, Pasini, Provenza, Tommasi, Zenato. Più di 12 milioni di bottiglie, 7 su 10 vengono esportate, soprattutto in Germania.
Un successo spiega Formentini non studiato a tavolino, ma grazie al mercato che ha scoperto questo vino. “Il turismo sul Garda è cambiato, un tempo la destinazione era scelta anche per questioni di vicinanza dagli italiani e dagli stranieri del Nord — dice Formentini — ora molti cercano hotel e ristoranti di qualità. Qui hanno trovato il Lugana, e l’hanno fatto conoscere a casa loro, ai loro amici”.
Ma la Tav incombe. Secondo Formentini i 9 chilometri di binari che dovrebbero essere realizzati tra i vigneti del Lugana faranno risparmiare ai viaggiatori verso Venezia 5 minuti: “Noi proponiamo di potenziare la linea ferroviaria storica per preservare una zona sotto la protezione dell’Unesco e non compromettere l’equilibrio tra agricoltura e turismo sul Garda – dice -. Mi sono dedicato a questa battaglia con molto cuore, abbiamo coinvolto associazioni e Comuni anche di diversa fede politica”.
C.d.G.