di Alma Torretta, Bruxelles
Malgrado i vini francesi siano i più consumati in Belgio, i produttori non riposano certo sugli allori e si moltiplicano nella capitale d’Europa le iniziative di promozione dirette a far meglio conoscere le differenti denominazioni e le nuove annate in commercio.
Nei giorni scorsi è stata la volta dei vini di Saint-Joseph, un Crus de la Côte du Rhône, zona famosa per i suoi Syrah eleganti e potenti, dalla marcata speziatura e dalle caratteristiche note minerali. Syrah che rappresenta oggi l’88% della produzione, ma a Saint Joseph esoste anche una piccola produzione di buoni vini bianchi ottenuti dalle varietà Roussanne e Marsanne, ed in piccola parte anche da Viogner. La degustazione si è tenuta da Les Brigittines, una delle più conosciute e migliori brasserie di Buxelles, organizzata da Inter Wine & Dine (IWD), la scuola di degustazione diretta da Fabrizio Bucella, di origini italiane, professore universitario e grande appassionato di vini.
(Saint Joseph)
Il Saint-Joseph è un vino Aoc dal 1956, viene prodotto su quasi 50 chilometri sulla riva destra del Rodano settentrionale, nei dipartimenti della Loira e dell'Ardèche. Si tratta di ripide colline prevalentemente granitiche, scolpite in terrazze fin dall'antichità, con buon drenaggio e buona esposizione sud sud-est. Qui il vino è arrivato con i greci sbarcati sugli approdi dell’attuale Marsiglia, ma poi sono stati i romani a svilupparvi la viticoltura, ed infine sono stati i gesuiti a dare il nome attuale ai suoi vini dalla denominazione di una collina di loro proprietà. Fino ad allora, infatti, erano noti invece come “Vin de Mauves”, dal nome di un vicino paese, e con questo nome già molto rinomati: apprezzati già da Carlo Magno, citati pure ne “Les Misérables” di Victor Hugo (“mio fratello gli servì un elegante vino di Mauves che lui non aveva mai bevuto perché molto caro”). Sono stati anche chiamati “vini viennesi” dal nome di un’altra cittadina, Vienne, che si trova a nord della zona di produzione. Le viti sono situate prevalentemente sui terreni leggeri di scisto e gneiss sopra lo zoccolo granitico, ma si trovano pure, sopratutto più a sud, marne e terrazze alluvionali più o meno vecchie.
Tra i nostri migliori assaggi:
Cave de Tain – Esprit de Granit 2015
Dolce di frutto all’assaggio ma dal tannino potente, nervoso, e sopratutto con una persistenza che richiama il suolo di origine granitico da cui nasce. Da vecchie vigne di Syrah di 35 anni d’età.
Domaine du Chateau Vieux – Les Hauts 2015
Syrah di grande finezza, dai consueti profumi di frutta rossa speziata ma qui più sottili, la tannicità è avvertibile ma non aggressiva, conquista per lunghezza e persistenza minerale.
Domaine du Chateau Vieux – Le Rivoirs 2016
Della stessa azienda produttrice del precedente, ma qui sono le erbe aromatiche che caratterizzano il vino, dal rosmarino al mirto all’alloro, e le note del rovere in cui è affinato per 18 mesi sono più presenti.
Cave Saint Desirat – Coeur De Rochevine 2015
Se l’affinamento di un anno in barrique nuove si fa sentire all’inizio dominante, il vino poi si apre con un corpo di profumi golosi di marmellata di frutti rossi, ben speziato e con sentori di erbe aromatiche nel finale.
Domaine du Chene – La Dame 2016
Fresco, elegante, sa di viola e piccoli frutti rossi di bosco. All’assaggio mostra tannini già morbidi, buona acidità, e una piacevole inaspettata sapidità nel finale che fa da piacevole contrappunto.
Le Vins de Vienne – Le Biez 2016
Potente, ha bisogno di tempo per aprirsi ed esprimersi al meglio nel bicchiere. Tannico e speziato, strutturato, piace per il suo sorso forte che ben esprime il terroir.
Cave Saint Desirat – Cuvée Amendine 2017
Un bianco ottenuto da 80% uve Marsanne e 20% Rousanne, con un bouquet ampio, molto ricco di rimandi floreali e fruttatI. All’assaggio si rivela più austero, di buona acidità e struttura, sui toni più duri della mineralità.