Amanti dei vini di pregio segnatevi la data: il 12 settembre da Zachy’s, case d’asta specializzata in vini a Londra, si terrà la vendita di 2.500 bottiglie provenienti dal ristorante tristellato di Firenze Enoteca Pinchiorri.
E’ lo stesso Giorgio Pinchiorri, titolare insieme alla moglie Annie Féolde, a spiegare il motivo della scelta: “Ho iniziato a vendere vini nel 1972 e nel 1979 ho aperto l’enoteca insieme alla mia Annie – dice Giorgio Pinchiorri – Sono passati quasi 50 anni e se dovessi fare un bilancio direi di essere molto, molto soddisfatto. Non è stato facile”. Poi Pinchiorri fa un passo indietro nella storia: “Ci sono momenti in cui il destino ci ha messo a dura prova – dice – L’incendio della cantina nel 1992, la perdita della terza stella Michelin nel 2004 (riconquistata nel 2008, con l’orgoglio di essere stati fino ad oggi l’unico caso della storia della guida), la crisi finanziaria del 2008 e poi nel 2020 questa bestiaccia del Covid-19, arrivata per assurdo dopo la stagione più importante dell’enoteca, quella appunto del 2019”.
(La cantina dell’Enoteca Pinchiorri)
All’asta ci saranno ben 864 lotti, composti in totale da 2.500 bottiglie, per un valore base di 2 milioni di euro. “Il Covid-19 di colpe ne ha tante – dice ancora Giorgio Pinchiorri – ma non diamogli quelle poche, pochissime che non ha e mi riferisco a quello che ho letto su alcuni giornali, per i quali è a causa del virus se ho messo all’asta alcune migliaia di bottiglie dell’Enoteca”. Tra i lotti più di valore si registrano le due magnum di Vosne-Romanée Cros-Parantoux Reserve Henri Jayer 1999 (base d’asta 60 mila-100 mila sterline) e due bottiglie di Romanée-Conti Domaine de la Romanée-Conti 1990 (24 mila-32 mila sterline), tutti grandi rossi della Borgogna. “Anche un astemio potrebbe immaginare che organizzare un’asta di vini come questa, tra le più importanti mai organizzate – dice Pinchiorri – richieda mesi e mesi solo per capire quali vini scegliere, quanti e a quanto. A inizio 2019 abbiamo pensato a due grandi eventi che potessero rimanere nella storia del vino e che potessero portare valore al nome dell’Enoteca, a quello che ha rappresentato e a quello che rappresenta. Il Covid-19, almeno in questo caso, non c’entra nulla”.
Nata nel 1972 come “Enoteca Nazionale”, una rivendita di bottiglie abbinate a taglieri di formaggi e salumi toscani in un palazzo storico di via Ghibellina (nel quartiere fiorentino di Santa Croce), nel 1979 diventa un vero e proprio ristorante, con in cucina sua moglie, la francese Annie Féolde. Poi, a partire dagli anni ’80, il menu diventa sempre più ricercato e la cantina sempre più pregiata. Cominciano ad arrivare le stelle Michelin. Fino ad oggi, che ne conta 3. Dal 2008.
C.d.G.