Entro tre anni, il Brasile deve diventare il maggior produttore mondiale di alimenti, ma gli alti costi di produzione e il real sopravvalutato fanno salire i prezzi internazionali.
Lo afferma uno studio della Fao, che allerta il governo di Brasilia sul suo ruolo a livello globale. Secondo gli esperti dell’Organizzazione del cibo e dell’agricoltura delle Nazioni Unite, le infrastrutture fatiscenti e le norme burocratiche complesse frenano le esportazioni brasiliane e aumentano il prezzo dei prodotti brasiliani, già cari a causa del cambio altissimo del real rispetto al dollaro.
Il Brasile, secondo la Fao, diventerà quest’anno il maggior esportatore mondiale di pollo, con oltre 4 milioni di tonnellate, pari a un terzo del commercio mondiale di pollo. Il gigante sudamericano è già al primo posto nella produzione mondiale di zucchero, caffè e succo d’arancia, e al secondo posto nel riso, nel mais, nella soia e nella carne bovina. Inquesti tre ultimi, potrebbe superare gli Stati Uniti nel giro di tre-quattro anni, e nella carne è già il primo esportatore mondiale.
Proprio la carne è oggi il principale termometro dell’evoluzione dei prezzi delle commodities alimentari sul mercato internazionale, sostiene lo studio. La Fao teme che i prezzi continuino a salire nonostante i nuovi record di produzione ogni anno, perchè anche la domanda continua a salire senza sosta, e bacchetta il Brasile, che contribuisce in maniera determinante al rincaro globale dei prodotti alimentari considerati essenziali per l’alimentazione nel mondo.