Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

Agli americani piace il vino italiano: battuti anche Francia, Spagna e Portogallo

08 Settembre 2015
vino_generico_mercato_americano vino_generico_mercato_americano

Il mercato statunitense dei vini di importazione sta subendo profonde trasformazioni negli ultimi anni, ma l’Italia rimane salda in prima posizione nella classifica dei Paesi esportatori. Lo dice una nota dell’Italian Wine & Food Institute di New York. 

Se fino a pochi anni fa i vini europei dominavano le importazioni vinicole americane con Italia e Francia saldi alle prime posizioni, recentemente la situazione è cambiata. L’Europa ha visto infatti una drastica diminuzione delle quote di mercato ad eccezione dell’Italia. Nella classifica dei Paesi del mondo che esportano vino negli Stati Uniti, l’Italia è al primo posto seguita da Australia, Cile ed Argentina e solo dal quinto posto Francia, Spagna, Germania e Portogallo. 
Questi tre paesi complessivamente raggiungono una quota del mercato di importazione di appena l‘8,4%, mentre Australia, Cile ed Argentina con una quota complessiva di mercato del 44.8% che supera il 50% aggiungendo la Nuova Zelanda li superano di oltre sei volte. Questi dati confermano come i paesi dell’area australe abbiano assunto una maggiore presenza e rilevanza rispetto a quelli dell’area boreale.

Notevole incidenza nella diminuzione del volume delle importazioni dai paesi europei va tuttavia attribuita allo sfavorevole rapporto di cambio euro-dollaro, verificatosi negli anni passati, che ha reso meno competitivi i vini europei rispetto ai vini dei paesi non facenti parte dell’area dell’Euro.
Al di là delle classifiche quello che risulta di particolare interesse dagli ultimi dati rilasciati dall’Iwfi, è la crescente polarizzazione delle importazioni su un limitato numero di Paesi fornitori. Italia, Australia e Cile, detengono infatti oltre il 60% della quota del mercato di importazione. Quota che supera addirittura l’80% in volume ed il 79% in valore con l’aggiunta di Argentina e Francia, rispettivamente quarto e quinto paese fornitore del mercato vinicolo statunitense.
Cinque paesi dominano quindi, con l’80%, il mercato statunitense dei vini di importazione, lasciando soltanto un modesto 20% a tutti gli altri paesi produttori di vini.

La concentrazione per paesi, ed all’interno dei paesi per vini, è una conseguenza della crescente globalizzazione del mercato che tende a ridurre il numero dei fornitori e dei prodotti per potersi più facilmente e convenientemente concentrarsi su questi.

“In questo quadro complessivo – sottolinea il presidente dell’Italian Wine & Food Institute Lucio Caputo – acquista maggior rilievo ed importanza la posizione dell’Italia che, con il 28% in volume e il 33% in valore, detiene una ampia quota del mercato dei vini di importazione.
L’Italia è infatti riuscita ad assorbire, meglio degli altri Paesi europei, lo svantaggio di un cambio sfavorevole ed a contenere al contempo la prorompente e congiunta invasione del mercato statunitense da parte dei paesi dell’emisfero meridionale, resistendo, in particolare, all’attacco dei vini australiani che erano riusciti ad insediarne la leadership”.

C.d.G.