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Scenari

Accordo Business Strategies/Sheshan59: obiettivo 7 milioni di bottiglie in Cina senza dazi

09 Aprile 2017
shen shen

(Audrey Shen e Silvana Ballotta)

Sarà una montagna tax free la nuova porta di accesso alla Cina. L’importatore cinese Sheshan59 e la società fiorentina di internazionalizzazione Business Strategies hanno annunciato oggi a Vinitaly di aver siglato un accordo di esclusiva per la promozione e vendita di vino italiano nel gigante asiatico. 

Diretta da Audrey Shen, Sheshan59 è un grosso intermediario di Shanghai per il commercio di vini che, fino ad oggi, ha lavorato – grazie anche al suo brand WinetoChina – con i produttori francesi mettendoli in contatto con oltre 500 importatori e distributori in tutta la Repubblica cinese, dove nel 2016 ha posizionato ben 7 milioni di bottiglie. Il suo quartiere generale si trova sul Monte She (Sheshan, appunto, in cinese), un ex rifugio antiatomico riconvertito in una gigantesca cantina da 10mila mq che, oltre agli spazi destinati alla movimentazione e stoccaggio delle merci, ospita caveau di lusso per i ricchi enoapassionati cinesi e 66 celle riservate ai soli membri Vip. Grazie a un accordo con il Governo cinese Sheshan è un’eccezionale free trade area, non soggetta ai dazi in entrata (la merce è tassata solo in uscita, una volta venduta) e in grado di accelerare i tempi di consegna al consumatore finale da 3 mesi a una settimana, avviando le pratiche burocratiche già al momento di stoccaggio.

Per Silvana Ballotta, ceo di Business Strategies: “Questo accordo ci consente di dare una risposta puntuale, sicura e conveniente al crescente interesse dei consumatori cinesi che, quotidianamente, riscontriamo nel nostro lavoro di promozione. Con Sheshan59 possiamo fare un matching tra le esigenze di prezzo, fascia e tipologia della domanda cinese e la straordinaria offerta che le nostre imprese vitivinicole rappresentano, garantendo loro un canale di accesso mirato su questo mercato”. “Ho avvicinato Business Strategies – ha spiegato Audrey Shen – dopo aver partecipato ad un loro roadshow promozionale in alcune città cinesi di 2° e 3° livello. L’entusiasmo che ho visto negli importatori e distributori cinesi nei confronti del vino italiano mi ha convinto ad estendere il progetto di Sheshan59 anche al Made in Italy, con l’obiettivo di replicare l’ottima esperienza – e i numeri – del vino francese. Il canale online – ha concluso – può funzionare quando si commercializzano brand universalmente riconosciuti, ma nel caso del vino è importante che la vendita sia mediata e sicura, al riparo dal rischio della contraffazione e dal pericolo di svilire il brand”.

C.d.G.