“Veronelli chiamava i viticoltori di Pantelleria “gli angeli matti”, perché bisogna essere matti per fare vino a Pantelleria. E aveva ragione perché in quell’isola, figlia del vento, la viticultura può solo essere eroica, ma restituisce vini angelici”. Sono queste le parole di Daniele Cernilli, alias Doctor Wine, giornalista e grande esperto a Taormina Gourmet on tour all’apertura della masterclass dal titolo “I vini eroici di Abraxas, viaggio a Pantelleria”. In sala anche Achille Scudieri e Giandomenico Consalvo, rispettivamente patron e amministratore delegato dell’azienda, Giandomenico Consalvo e di Pierpaolo Chiasso, wine maker e consulente enologo.
Abraxas, azienda tra le più importanti dell’isola di Pantelleria con un passato ricco di successi, vede oggi un nuovo corso proprio grazie alla volontà della famiglia Scudieri di valorizzare i territori di pregio per la produzione vinicola in Sicilia e nel resto d’Italia. Il progetto “Tenute Scudieri”, portato avanti con la collaborazione della famiglia Cotarella, si fonda sull’idea di recuperare e conservare le pratiche agricole del luogo e le colture autoctone, con uno sguardo attento rivolto alla sostenibilità ambientale. “Abbiamo sempre avuto una grande passione per l’agricoltura e per questo abbiamo fatto investimenti nella ristorazione con Obicà e così a Pantelleria dove fare vini è un’emozione continua – dice Scudieri – In quell’isola decide tutto la Natura; noi abbiamo la responsabilità di avere recuperato la cantina più estesa dell’isola, con 40 ettari. Sull’isola seguiamo tutta la filiera e abbiamo cercato di costruire un rapporto molto stretto con il territorio per fare crescere una comunità che ci ha accolto con tanto affetto. Questo naturalmente per noi e per un’isola che molte volte è stata depredata. Abbiamo acquistato e investito in agricoltura anche in Toscana per creare continuità e opportunità di confronto e crescita”. Conferma dell’approccio nobile della famiglia Scudieri sono le parole del wine maker Consalvo: “Non è la prima volta che un gruppo industriale investe in agricoltura, ma qui c’è passione, c’è anima”.
Resta il fatto che Pantelleria è una sfida. E lo è anche per un enologo di lunga esperienza, come Pierpaolo Chiasso. “A Pantelleria c’è qualcosa che ti rapisce in modo particolare; lì arrivi e sei catapultato tra strade impervie e vigneti stupendi. Allora comprendi quanto complesso sia l’impegno richiesto. Ma conforta la dotazione tecnologica della cantina, che ha tutto ciò che serve per fare al meglio il nostro lavoro. Ero preoccupato inizialmente anche per la reazione delle persone che hanno lavorato da una vita in quel luogo. Ma presto mi sono sentito rasserenato quando ho percepito un grande clima di accoglienza. La nostra vendemmia è stata la 2023, mentre la 2022 ha visto il nostro contributo solo nella fase finale”. L’enologo racconta un’ulteriore sfida per la viticoltura pantesca, dato che nei vigneti hanno trovato una importante dotazione di uve a bacca rossa. “Non è usuale a Pantelleria, terra dello Zibibbo, ma ha rappresentato uno stimolo per noi, perché è un elemento di distinzione, che ci permette di esplorare anche altro”. Via libera quindi alla produzione di due rossi, degustati al Taormina Gourmet in anteprima. Un Nero d’Avola, il primo. “Riscontriamo già una versione più austera del vitigno, ma espressivo dell’isola. Col Nero d’Avola faremo anche un Metodo Classico”. E poi un rosso ancora più particolare da Cabernet Franc e Merlot, anch’essi un’eredità dell’isola che l’azienda considera un’opportunità e una sfida”.
Il cuore pulsante di Abraxas è la cantina, un edificio perfettamente integrato nel paesaggio circostante, che sorge sui pendii di Montagna Grande, a circa 370 metri sul livello del mare. I vigneti sono distribuiti in diverse aree che vanno da contrada Bukkuram alle alture di Vipera e Randazzo. Accanto allo Zibibbo (Moscato di Alessandria), vitigno principe dell’Isola, vengono coltivate varietà alloctone come Viognier, Syrah, Nero D’avola, Alicante e Cabernet Franc. Attualmente vengono prodotte 55 mila bottiglie l’anno. L’intera filiera, dalla coltivazione della vite all’imbottigliamento, viene realizzata a Pantelleria.