Cosa succede se si mettono insieme i bagnini più famosi della riviera romagnola con i generali anglo-americani della seconda guerra mondiale?
Lo scopriremo domenica 11 settembre durante Venti di Guerra e Carbonara, la rievocazione storico-gastronomica che ogni anno fa viaggiare gli ospiti indietro nel tempo fino a quel 22 settembre 1944, quando lo chef bolognese Renato Gualandi, al Grand Hotel Des Bains di Riccione, mise insieme le materie prime portate dagli alleati che sfondarono la linea gotica – rosso d’uovo e latte in polvere, formaggio, pasta e, naturalmente il bacon – per dare vita al primo piatto di spaghetti alla carbonara. Quest’anno la manifestazione organizzata da l’Adriatic Veterans Car Club, l’Automotoclub Storico Italiano e il Grand Hotel Des Bains, con il patrocinio del Comune di Riccione, diventa ancora più “pop” grazie alla la partecipazione dei bagnini di Riccione, Cattolica e Rimini, che, coordinati da Fausto Ravaglia del Marano Beach, bagnino d’Europa e tra i personaggi più iconici di Riccione, si sfideranno per proporre la migliore interpretazione degli spaghetti alla carbonara. A sfidarli ai fornelli un avversario d’eccezione: lo chef romagnolo Marco Parlanti, allievo dell’inventore della carbonara Renato Gualandi.
L’11 settembre alle ore 10,30 una colonna composta da 60 automezzi della Seconda Guerra Mondiale – Jeep, Dodge, anfibi, autoblindo – e da 100 partecipanti in uniforme storica entrerà in viale Ceccarini a Riccione, alla presenza dei sosia dei generali Alexander, Leese, Clark, Montgomery. I mezzi verranno stazionati in viale Ceccarini e viale Gramsci, dove si terrà la benedizione delle bandiere. Il corteo sarà preceduto da una band scozzese completa di cornamuse, come rievocazione dell’antica usanza dell’esercito britannico, in cui l’avanzata era preceduta dagli inni militari suonati proprio dagli scozzesi. Il pranzo della “carbonara” avverrà dove è iniziata la leggenda, al Grand Hotel Des Bains. I quattro bagnini del litorale e lo chef Parlanti si esibiranno ognuno in una propria interpretazione degli “spaghetti alla carbonara”. A eleggere il vincitore sarà una giuria composta dalla chef Luciana Pozzuto, vincitrice dell’edizione 2021 di Venti di guerra e carbonara e dai giornalisti e gastronomi Maurizio Catossi, Loris Fantini, Giancarlo Roversi e Giorgio Rinaldi.
La storia
Gli spaghetti alla carbonara traggono le loro origini dalle mani sapienti di Renato Gualandi, chef bolognese definito da Luigi Carnacina “uno dei più valenti chef europei”, che ha servito grandi personaggi come Charles De Gaulle, Brigitte Bardot, Mitterand, la regina d’Olanda, Palmiro Togliatti, Enrico Mattei ed Enzo Ferrari e ha ricevuto – unico chef italiano – il commendatorato della cucina francese. Nel settembre 1944 Gualandi, militare durante la guerra in Jugoslavia, al rientro in patria dopo lo sfaldamento dell’esercito italiano si incamminò verso Riccione per rivedere Lucia Berardi, la morosa conosciuta prima della guerra e che lavorava come cameriera al Grand Hotel Des Bains, dove lui prestava servizio come aiuto cuoco.
Il 21 settembre gli alleati sfondarono la linea gotica a Riccione e i generali Leese, Clark e Alexander della V e VIII armata anglo/americana decisero di organizzare la cena della vittoria, passando a Gualandi i prodotti che portavano con sé: rosso d’uovo e latte in polvere, formaggio, pasta di incerta provenienza (posseduta dagli australiani) e bacon. Gualandi disse di avere maturato la ricetta della carbonara attingendo da conoscenze culinarie acquisite in Jugoslavia gustando il piatto tradizionale “spikrofi” (una sorta di raviolo ripieno di formaggio e con una salsa simile alla carbonara). Mescolò tutto con crema di latte, crema di formaggio e una spolverata di pepe nero. E fu proprio la guarnizione di pepe nero, che ricordava allo chef la polvere di carbone, a dare il nome alla ricetta oggi conosciuta in tutto il mondo come la “carbonara”. Gualandi ci ha lasciato, ultranovantenne, nel 2016 e “Venti di Guerra e Carbonara” vuole essere un tributo al grande chef e all’invenzione di questo delizioso piatto della cucina italiana.
C.d.G.