di Clara Minissale
Un caffè siciliano per celebrare i cento anni di vita dell’azienda. Sentori di pomelia bianca, uva passa e carruba nella tazzina per raccontare di una coltivazione che, con pazienza e cura, vuole assumere un accento marcatamente isolano.
Morettino, la storica azienda di maestri torrefattori fondata a Palermo nel 1920, ha presentato il suo caffè made in Sicily, coltivato e lavorato nel capoluogo. Un progetto che è stato prima un sogno, poi una visione e oggi un blend di Bourbon e Catuai, varietà nate dai semi di Coffea Arabica donati negli anni Novanta dall’Orto botanico di Palermo che li aveva importati dall’Etiopia e piantati a circa 350 metri sul livello del mare nella borgata di San Lorenzo ai Colli, dove ha sede l’azienda. Sono circa sessanta le piante che crescono all’aria aperta, all’ombra di alberi di falso pepe e che sono state piantate nei giardini dell’opificio alla fine degli anni ’90 da Arturo Morettino, terza generazione in azienda, che inseguiva il sogno di creare una piantagione di caffè molto più a nord della consueta “coffee belt”, l’area tra i due tropici dove viene coltivato normalmente. Nel corso di questi trent’anni anni, queste piante hanno prodotto drupe che sono state raccolte, spolpate, processate e tostate per poter svolgere sessioni di cupping, oppure riseminate per dar vita a nuove piante nate e cresciute in Sicilia.
Quest’anno, complice il clima che diventa sempre più caldo, le piante hanno dato vita ad una produzione straordinaria. “Siamo rimasti sorpresi dall’abbondante raccolto che abbiamo interpretato come un dono per tutto l’amore che in questi anni la nostra famiglia ha dato loro”, commenta Arturo Morettino. Questo raccolto – circa trenta chili diventati miscela destinata ad appassionati ed addetti ai lavori con i quali ragionare di cultura del caffè – è stato trasformato attraverso processi manuali. Alla raccolta, avvenuta tra luglio e settembre, è seguita la lavorazione del caffè con metodo Gold Honey, spolpatura manuale, fermentazione di 48 ore ed essiccazione al sole. La tostatura medio-chiara e tante sessioni di assaggio, hanno dato vita ad un caffè di grande finezza, con acidità equilibrata e una naturale dolcezza. “Le caratteristiche sensoriali di questo caffè nativo di Sicilia sono un risultato unico che ci riempie di orgoglio – spiega Andrea Morettino, quarta generazione della famiglia di torrefattori di Palermo – la natura ci ha dato un segnale forte che merita di essere ascoltato e valorizzato. Stiamo assistendo a forti cambiamenti climatici che devono farci riflettere sul presente e sul futuro della nostra terra, che ha mostrato segnali di insofferenza e rischi per le tradizionali colture quali gli agrumi, ma anche inaspettate potenzialità come dimostrano il successo delle coltivazioni di frutta tropicale in Sicilia quali mango, papaya, avocado, kiwi o litchi siciliani”.
(Adriano Cafiso e Andrea Morettino)
Un progetto sperimentale di filiera sulla pianta del caffè e sulla sua coltivazione in Sicilia che è destinato, dunque, ad avere un seguito attraverso sperimentazioni in corso in altre parti dell’Isola, selezionate in base alle condizioni pedoclimatiche e al terroir e che coinvolgerà l’Università degli studi di Palermo, l’Orto botanico e tutti i coltivatori o gli studiosi che vorranno offrire il loro contributo. Intanto, nella settimana che celebra la Giornata internazionale del caffè del 1 ottobre, l’Università degli studi di Palermo terrà l’inaugurazione dell’anno accademico 2021-2022 del corso di laurea magistrale “Mediterranean Food Science and Technology” al Museo del caffè Morettino. Un incontro a cui prenderanno parte docenti, esperti e studenti del corso, in cui si parlerà dei cambiamenti climatici in atto, della tropicalizzazione del clima in Sicilia e del percorso sperimentale di coltivazione del caffè nell’Isola.