Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 72 del 31/07/2008

PAROLA AI PRODUTTORI Vendemmia, si torna alla normalità

30 Luglio 2008
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    PAROLA AI PRODUTTORI

Buone premesse per l’annata 2008. Previsto un incremento tra il 10 e il 20 per cento in tutta la Sicilia. I produttori: “Però tutto si deciderà negli ultimi 5 giorni”
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Vendemmia,
si torna
alla normalità

Buone premesse per la vendemmia 2008 in Sicilia. Il clima non troppo piovoso nel periodo invernale e un’estate senza eccessi di caldo lasciano ben sperare. Pronostici positivi che sembrano confermati da un’indagine della Cia (Confederazione italiana agricoltori) che parla di una lieve flessione al Nord, e di significativi incrementi nelle produzioni del centro e del Sud. In particolare in Sicilia dove l’anno precedente si era registrato un calo del 29%.

de_bartoli72.jpgAlla vigilia delle operazioni di raccolta abbiamo fatto un giro per le cantine siciliane per vedere se questi dati sono confermati. Il tour inizia da Partinico (Palermo) con le cantine Brugnano, per l’enologo Vincenzo Bambina le notizie sono buone. “Ma fino all’ultimo momento dovremo tenere le dita incrociate. Le temperature e il clima lasciano presagire quantità e qualità migliori del 2007, potremmo parlare di un 20, 30 per cento in più, ma nulla di certo finché l’uva non sarà in cantina”.
A Camporeale, sempre nel Palermitano, Marco Sferlazzo delle cantine Porta del Vento è d’accordo: “Un anno favorevole. Le nostre coltivazioni biologiche hanno richiesto solo due trattamenti, indice che non ci sono state emergenze cui far fronte, penso che produrremo un 10 per cento in più rispetto all’anno scorso”.
salvo_foti72.jpgPer le cantine De Bartoli a Marsala “il clima è stato ideale”, un po’ diverso nei terreni a Pantelleria dove l’azienda produce il Moscato. “Nella zona di Bukkuram i forti venti di scirocco hanno ridotto la produzione a favore della qualità”.
Giuseppe Clementi, enologo dell’azienda Caruso e Minini a Marsala parla di un “ritorno alla normalità” dopo un 2007 contraddistinto da una scarsa produzione. L’annata era stata segnata dall’attacco della peronospora e da forti venti di scirocco nel mese di agosto. Salvatore Ajello, dell’omonima azienda a Mazara del Vallo (Tp), incrocia le dita: “Il rischio malattie sembra essere scongiurato, se il clima resta questo si prevede un aumento del 10-20 per cento”.
Nell’Agrigentino Alfredo Quignones nelle colline di Licata tiene il fiato sospeso. “A meno che non ci siano ondate di caldo – dice – dovremmo avere un’ottima resa, si può pensare a un 10-20 per cento in più rispetto all’anno scorso”.
A Cammarata, ancora nelle campagne della provincia di Agrigento, nell’azienda Feudo Montoni di Fabio Sireci si avvicina il momento dello Chardonnay, qui la raccolta inizierà subito dopo ferragosto con questo vitigno, mentre per il Nero d’Avola si parla dei primi di settembre. “Il vino va seguito e finché non arriva in cantina non possiamo anticipageraci_salvatore72.jpgre niente ma dalle premesse di preannuncia una buona annata”.
Salvo Foti invece ci guida nella Sicilia sud orientale. Sui terreni dell’azienda Gulfi i dati sono gli stessi del resto della Sicilia. “Un buon andamento stagionale, ma – precisa l’enologo – da qui a ‘portare il vino a casa’ la strada è lunga, gli ultimi 20 giorni sono i più importanti”. Diversa la situazione sul fronte etneo, dove nove giorni di grandinate a macchia di leopardo hanno compromesso gran parte del raccolto, in alcuni casi distruggendo interi vigneti. “Un incidente che mette a rischio anche le produzioni future”, ci dice Marc De Grazia di “Terre Nere” sul versante nord del vulcano, nella zona di Randazzo.
A Messina Salvatore Geraci, dell’azienda Palari ci tiene a precisare: “È impossibile fare pronostici. Parlare di ottima stagione in Sicilia è la normalità, ma tutto si decide negli ultimi cinque giorni”.
Tonino Guzzo enologo di Gorghi Tondi di Mazara e Castellucci Miano di Valledolmo, sulle Madonie, presenta la differenza tra le due zone: “A Trapani l’annata promette bene, nella zona di Valledolmo per la forte siccità e la mancanza di irrigazione si sono registrati cali notevoli nelle quantità a favore della qualità. Si prospettano – dice Guzzo – vini rossi splendidi ricchi concentrati e profumati”.


Ciro Frisco