LA SAGRA
Il paese del Catanese, nel primo fine settimana di agosto, ospita una sagra dedicata ai frutti del vulcano. La manifestazione si svolge da 15 anni e mette in vetrina anche tanti altri prodotti agroalimentari della zona
Le pesche
protagoniste
a Maniace
Maniace, a dispetto del suo solenne nome da generale bizantino, non è una delle località più note e visitate dell’Etna. Il paese, intendo, un accrocchio di case sparse fra le lave del versante settentrionale del vulcano, perché la vicina, omonima abbazia-castello, invece, è ben conosciuta.
Fulcro e testimone di importanti vicende storiche, l’antichissimo monastero fortificato è un posto splendido, immerso nel verde, a cui la pietra grigia ricoperta d’edera e il curato parco danno un’aria molto inglese. Il suo “secondo nome”, vale a dire Castello di Nelson, spiega subito questa atmosfera: fino al 1981, infatti, l’abbazia benedettina, trasformata in prestigiosa residenza, fu di proprietà dei discendenti del noto ammiraglio britannico, al quale era stata donata dai Borbone in ringraziamento del sostegno offerto.
Andateci, al castello: ne vale la pena. Si visitano gli appartamenti privati, largamente conservati nell’aspetto dato loro dai duchi, con tanto di mobili e suppellettili – fra i quali non mancano belle opere di artigianato siciliano acquistate localmente dagli inglesi e qualche pezzo dell’antico arredamento monastico; la chiesa di Santa Maria, del XII secolo, e l’abbazia benedettina vera e propria; il museo di sculture all’aperto.
Ma poi andate anche a Maniace. Il piccolo paese, nel primo fine settimana di agosto, ospita una sagra dedicata alle pesche e alle pere del vulcano. La manifestazione si svolge da 15 anni, e mette in vetrina non solo la frutta ma anche tanti altri prodotti agroalimentari della zona. È un’occasione festosa, e vengono organizzate passeggiate, in questo che è uno dei territori dall’aspetto più “nordico” della nostra regione, e ovviamente spettacoli musicali e intrattenimento di vario genere.
Se non avete fretta, per arrivare a Maniace – o per andare via – scegliete la strada statale 120 che sinuosamente tocca Cesarò, Troina, Nicosia e ancora oltre Gangi e le Petralie: prima della realizzazione dell’autostrada A19, questa era la strada che collegava Palermo e Catania, attraversando le montagne. Non occorre che la percorriate tutta, ovviamente, ma anche solo un pezzetto vi consentirà di “immergervi” in paesaggi siciliani indimenticabili.
Maria Cristina Castellucci