IL CONVEGNO
Studi sul clima, sulle variazioni genetiche, sulle varietà al centro della seconda edizione del Conavi, l’incontro nazionale di viticoltura, ospitato a Marsala
I segreti
delle uve migliori
Sfruttare la elevata variabilità genetica intra e intervarietale per trovare e utilizzare i cloni più adatti ai diversi ambienti. O ancora seguire via satellite la maturazione delle uve per stabilire con maggiore attendibilità il momento più adatto alla raccolta. Sono solo alcuni dei temi con cui si è conclusa a Marsala la seconda edizione del Conavi, il convegno nazionale di viticoltura.
Tra i protagonisti i due nerelli, Nerello cappuccio e Nerello mascalese, vitigni antichi tipici del Catanese la cui presenza nell’areale etneo si può far risalire al XVIII secolo. Ma anche un vitigno aromatico a bacca bianca coltivato nella zona di Montalcino, «lo scopo della ricerca – spiega Margherita Squadrito, che ha atto parte del gruppo di studiosi – è stato caratterizzare la biosintesi degli aromi nelle diverse fasi di sviluppo dell’acino di uva attraverso la correlazione tra espressione dei geni coinvolti nelle vie biosintetiche degli aromi delle uve ed effettivo contenuto in aromi». Risultato: «Il contenuto totale in aromi liberi e glicosilati ha presentato un picco all’allegagione e uno alla completa maturazione delle uve, e le curve del contenuto in aromi liberi e glicosilati presentano lo stesso andamento – prosegue la ricercatrice – il contenuto totale di aromi è stato confrontato con i livelli di espressione dei geni presi in esame, dei quali alcuni hanno presentato un picco di espressione in fase di pre-fioritura, altri alla fioritura e altri ancora un picco di espressione in prossimità dell’epoca di vendemmia».
Per quanto riguarda invece gli studi sul clima, è stata presentata una specifica applicazione web-based finalizzata ad aggiornare costantemente i viticoltori sull’evoluzione delle curve di maturazione dell’uva e sulla previsione della data di raccolta. La ricerca è stata condotta dal Dipartimento Interventi Infrastrutturali dell’Assessorato regionale Agricoltura e Foreste, attraverso le sue strutture specialistiche centrali (Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano dell’Area Studi e Programmazione (Sias) e territoriali (Unità Operativa Specializzata in Viticoltura ed Enologia di Marsala). «Oggi è possibile dare queste informazioni integrando le attività agro-fenologiche di monitoraggio e previsione, quelle di laboratorio relative alle analisi biochimiche delle uve, e le conoscenze agrometeorologiche dettagliate alla toposcala (cioè a scala aziendale), comprese le informazioni sulle previsioni a sei giorni ad alta risoluzione spaziale – precisa Antonino Drago, dirigente responsabile dell’area studi e programmazione – l’insieme di tali informazioni permette appunto di fornire preziose indicazioni operative con 10-15 giorni di anticipo, mirando ad una raccolta effettuata all’esatto raggiungimento del giusto grado di maturazione tecnologica». Non solo. Tra le oltre cento relazioni presentate al Conavi, alcune hanno studiato le influenze climatiche sull’accumulo dei polifenoli nelle uve di vitigni autoctoni e internazionali. «Nella Sicilia occidentale – spiegano i ricercatori – l’influenza degli stress termici sulla sintesi delle diverse classi di antociani, ha avuto conseguenze diverse nel Merlot e nel Cabernet sauvignon».
Ma la ricerca in viticoltura non si ferma qui. Gli esperti da tutta Italia continueranno a lavorare e si incontreranno di nuovo tra due anni, per aggiornare ed aggiornarsi sugli ultimi sviluppi dei loro studi, utili soprattutto al mondo produttivo.
Riccardo D’Anna