IL PRODOTTO
Si distinguono in fioroni e “forniti”. In Sicilia è l'ingrediente protagonista di diversi dolci e biscotti come i cuddureddi o i buccellati
Il frutto più fico
“Quando il villano è sul fico, non conosce né parente né amico”, dice il proverbio. E non ha torto, visto che il fico è uno dei frutti più golosi che il giardino può darci. I fichi si distinguono in fioroni, in siciliano bifari (a doppia fruttificazione e a maturazione primaverile-estiva), e fichi veri o “forniti” (a maturazione estivo-autunnale), ottimi sia freschi che conservati o trasformati in varie forme: secchi, marmellate, sciroppi, liquori e distillati.
La maggior parte dei fichi prodotti nel mondo proviene dai Paesi del bacino del Mediterraneo tra cui la Turchia e i Paesi del Nord Africa; per l'Europa il primato spetta alla Spagna seguita dalla Grecia e dall'Italia, dove Sicilia, Calabria e Puglia sono grandi produttrici.
Mangiare fichi fa molto bene alla salute, sono ricchi di vitamine A e B, proteine e zuccheri, hanno proprietà emollienti, antimicrobiche, espettoranti e lassative: gustosi, dolci e nutrienti, i fichi sono fra i frutti più antichi che si conoscano. Una scoperta dei ricercatori dell'Università di Harvard e della Bar-Ilan University, sembra aver riscritto le origini dell'agricoltura. La scoperta è stata fatta in Israele, in un sito archeologico situato nella bassa valle del fiume Giordano abitata circa 11.400 anni fa. I ricercatori hanno scoperto, in questo luogo, fichi e parti di essi carbonizzati dal tempo. E ciò dimostrerebbe che i fichi erano coltivati un migliaio d'anni prima di grano e orzo. Ma l’origine del fico sembra essere l'Asia Occidentale oppure, secondo altri, il Medio Oriente. È sempre stata una pianta molto apprezzata da tutte le popolazioni, non solo per il suo gusto particolare, ma anche per il suo valore simbolico: in India una varietà di fico è addirittura considerato un albero sacro ed è chiamato “Asvattha”.
Dal punto di vista nutrizionale, nonostante i fichi siano molto dolci, contengono solo 47 kcal per 100 grammi, molto meno dei mandarini e dell'uva che ne contengono 70 per ogni 100 grammi. Il loro lattice è usato – per uso esterno – per eliminare calli e verruche grazie alla sua azione caustica ed è importante ricordare che è irritante per la pelle. I frutti secchi – ricchi di ferro, potassio e fibre – possiedono elevate quantità di zuccheri e proteine, hanno inoltre proprietà emollienti ed espettoranti.
In cucina, specie in Sicilia, il fico è l'ingrediente protagonista di diversi dolci e biscotti come i “Cuddureddi”, fatti di farina , zucchero, burro, uova, latte, fichi secchi macinati e chiodi di garofano o i famosi “buccellati” o “cucciddati” di Farina, burro, zucchero, vino Marsala, uva passa e sultanina, noci, pinoli, scorza d'arancie, chiodi di garofano e naturalmente fichi secchi.
Il comune albero di fico è il “ficus carica” della famiglia delle Moracee. Presenta due forme botaniche, comunemente note come fico e caprifico e, anche se ormai esistono forme auto fecondanti, il fico domestico ha sempre avuto bisogno del caprifico (fico selvatico) in cui l'impollinazione avviene mediante un moscerino, che vola da un frutto ad un altro per deporre le sue larve e si fa portatore del polline che serve a far maturare i frutti. La caprificazione era l'antica pratica conosciuta dalle donne greche per cui si appendeva una collana di fichi selvatici sugli alberi di fichi domestici per farli giungere a maturazione.
Junio Tumbarello