VISTI DAGLI ALTRI
“È facile trovare buon cibo”, scrive il giornalista Usa Adam Begley nel suo articolo sul New York Times riguardo al capoluogo siciliano. Ecco i locali in cui ha mangiato e dormito e come si è trovato
Un americano
a Palermo
“Good food is easy to find in Palermo”. Tradotto: “È facile trovare buon cibo a Palermo”. Lo scrive sul New York Times il giornalista americano Adam Begley in un suo articolo sulla “Sicilia vista attraverso gli occhi del Gattopardo”.
Un’attenta disamina dei luoghi descritti da Giuseppe Tomasi di Lampedusa sul romanzo che ha portato un po’ di Sicilia in tutto il mondo, anche grazie al fortunato film di Luchino Visconti. Così in fondo al suo articolo, oltre 13 mila caratteri in cui si sofferma a raccontare «del fantastico ballo nel palazzo barocco Valguarnera-Gangi […] dove Burt Lancaster, nelle magnifiche vesti di don Fabrizio Principe di Salina, ballò con la splendida Claudia Cardinale sotto lo sguardo indulgente del suo promesso, un improbabile giovane Alain Delon», Begley spende anche alcune righe per dare qualche utile consiglio su dove andare a mangiare e a dormire una volta arrivati in città, tra una visita a un palazzo e una mostra in un altro.
«Un pasto completo per due in un buon ristorante con una bottiglia di vino di solito costa circa 100 euro», spiega Begley, che prosegue descrivendo tre ristoranti molto diversi tra loro, per tutti i gusti e per tutte le tasche. «Proprio sotto le mura di Palazzo Valguarnera-Gangi in piazza Croce dei Vespri si trova la gradevole Osteria dei Vespri (www.osteriadeivespri.it; 39-091-617-1631) un po’ più costosa della media ma vale assolutamente la pena di provarla», consiglia il giornalista. «Bellotero (39-091-582-158) è un ristorante piccolo e formale – continua – con un servizio impeccabile e piatti della tradizione siciliana».
Per chi vuole spendere meno c’è la focacceria San Francesco: «Più economico, popolare e situato strategicamente di fronte la stupenda facciata della chiesa di San Francesco, costruita nel 13esimo secolo e successivamente ben restaurata, l’omonimo locale serve tutto, dalla focaccia farcita al pesce spada grigliato».
Infine, nel paragrafo dedicato a “Where to stay” si legge: «Se ti vuoi lasciare viziare a Palermo prendi una stanza al Centrale Palace Hotel (www.angalahotels.it; 39-091-336-666), proprio nel centro della città su corso Vittorio Emanuele. Si tratta di un palazzo del 18esimo secolo restaurato nel 2003, dove una camera doppia ti costerà circa 190 euro ($302 se si considera un cambio di $1.59)». «Più piccolo e meno snob – prosegue il giornalista – è l’hotel Ucciardhome (www.hotelucciardhome.com; 39-091-348-426), che è anche funzionale e seducente. E anche più economico: circa 120 euro per una doppia».
E per chi vuole vivere il folclore della sicilianità Begley conclude passando a qualcosa di più caratteristico, il Vecchio Borgo (www.classicahotels.com; 39-091-611-1446) dove una doppia costa circa 100 euro. Ciò che non scrive è che, inclusa nel prezzo, c’è anche la sveglia del mattino. Un venditore di pesce fresco del vicino mercato che ogni giorno alla stessa ora, puntuale come un orologio svizzero, urlerà: «Pisci vivu avemu!».
Per consultare l’articolo completo: http://travel.nytimes.com/2008/07/06/travel/06leopard.html
Annalisa Ricciardi