L’ANNUNCIO
In Sicilia i residui della lavorazione del vino non dovranno più essere smaltiti nelle distillerie ma nei terreni delle stesse aziende. “Per la cantine vantaggi ambientali ed economici”
Vinacce,
cambia tutto
Nuove regole per le vinacce in Sicilia. D’ora in poi potranno essere smaltite nei terreni delle aziende vitivinicole. Non sarà più necessario trasportarle nelle distillerie per essere eliminate. Il decreto che fissa le nuove regole è stato firmato dal dirigente generale dell’assessorato regionale all’Agricoltura Rosaria Barresi che ha così recepito quanto disposto dal ministero delle Risorse agricole.
Per le aziende vitivinicole è un cambiamento significativo che scatta da subito. Non ci sarà più la necessità che camion e camion stracarichi dei residui della vinificazione partano per raggiungere gli impianti di distillazione.
Il decreto prevede che le vinacce e le fecce possano essere utilizzate come ammendante per migliorare la struttura della terra: si farà pertanto lo spandimento sui terreni, un uso agronomico su cui da tempo Bruxelles ha indicato le direttive con la nuova Ocm dedicata al vino. In Sicilia lo smaltimento delle vinacce, non più di 30 quintali per ettaro, sarà consentito entro il prossimo 10 dicembre. La Sicilia, grazie alla quantità di vino prodotto, può tirare fuori secondo una stima, fino a 900 mila quintali di vinacce. Talvolta qualche cantina riusciva a incassare dalle vinacce conferite in distilleria 50 centesimi a quintale. Più spese che guadagni, insomma ma la legge imponeva lo smaltimento in distilleria.
“E’ il primo passo – spiega la dottoressa Barresi – verso l’uso alternativo dei sottoprodotti della vinificazione. Le nuove regole aiutano la vita delle cantine e si traducono anche in minori costi anche ambientali. Basti pensare al viavai di camion lungo le strade della Sicilia tra le cantine e le distillerie. Un primo passo che potrà portare anche all’utilizzazione delle vinacce per fini energetici. Su quest’aspetto attendiamo anche le istanze delle aziende, noi siamo pronti ad intervenire”.
C.d.G.