LA NOVITA’
Antonino Bevilacqua, palermitano con la passione per il vino, è pronto a commercializzare i suoi vini dell’Etna. Grazie ad un enologo famoso come Riccardo Cotarella
Il vulcano
e l’ingegnere
È uno degli ingegneri più conosciuti a livello nazionale. È docente alla facoltà di Ingegneria di Palermo, si è occupato, fra l’altro, di progetti nelle autostrade Palermo-Messina, Siracusa-Gela, delle statali Agrigento-Caltanissetta, Ragusa-Catania-Comiso, della Circumetnea e di un lotto del raccordo anulare di Roma. Ma ama anche l’arte, tanto da realizzare una fondazione di arte contemporanea.
È doppiamente un uomo del mare, per nascita (è palermitano) e perché nel capoluogo siciliano è anche il presidente dell’Autorità portuale. Eppure, Antonino Bevilacqua ha scelto di spostarsi in montagna, quella simbolo della Sicilia, l’Etna, per dedicarsi a un’altra sua passione: il vino.
Lo sbarco nel settore enologico, però, non poteva essere fatto con un nome più altisonante: l’enologo che ha scelto per la sua azienda Terrazze dell’Etna, infatti, è Riccardo Cotarella, uno dei wine maker più famosi e apprezzati d’Italia. Per entrambi, Bevilacqua e Cotarella si tratta di una sfida: per il primo la novità è il settore, mentre il secondo per la prima volta si cimenta con un vitigno coltivato sull’Etna, esattamente a Randazzo (Catania). Tredici ettari vitati a Bocca d’Orzo, la zona considerata forse la capitale della vitivinicoltura etnea. Tredici ettari che nella vendemmia 2009 hanno già prodotto 20 mila bottiglie che verranno messe in vendita dall’anno prossimo. Tre le etichette: un rosso (il Nerello Mascalese che già era coltivato nei terreni) e due spumanti. «Le bollicine – spiega Bevilacqua – si esprimono al meglio in altitudine e l’Etna è un territorio che ovviamente si presta notevolmente a questo tipo di vino».
Salvo Butera