CIBO & TRUFFE
In Italia i raggiri alimentari sono aumentati del 142% e l’Italia supera del 30% la media europea. Migliaia gli interventi delle forze dell’ordine per un giro d’affari miliardario
La frode è servita
Sono oltre 34 milioni i chilogrammi di prodotti sequestrati dai carabinieri per la tutela della salute (Nas) per un valore di circa 160 milioni di euro l’anno scorso. L’elenco delle contraffazioni è lungo.
Si va dal vino all’acido cloridrico scoperto a Veronella (Verona) all’emergenza latte, alla melamina fino alla carne suina alla diossina e al “pesce topo” dell’Atlantico, spacciato per “cuoricini di merluzzo”. Contro le frodi nell’agroalimentare c’è stato un vero e proprio aumento di sequestri nel 2008. In crescita del 142%, rispetto al 2007, i prodotti sequestrati dai Nas (+32% in valore) e del 642% il valore dell’attività di controllo del’Icq.
I dati emergono dal sesto rapporto sulla sicurezza alimentare “Italia a tavola 2009”, presentato nei giorni scorsi dal Movimento difesa del cittadino (Mdc) e Legambiente, con una carrellata di formaggi avariati spacciati per buoni, pesce congelato scaduto e olio sofisticato. In aumento peraltro i risultati delle ispezioni svolte dall’Ispettorato per il controllo della qualità dei prodotti (Icq): 181 milioni di euro, di cui 172 milioni solo nel settore vitivinicolo.
Oltre 28 mila le ispezioni da parte dei Nas, 37 mila da parte dell’Icq, 157 mila nel settore ittico a cura delle capitanerie di porto. Da segnalare anche l’attività del corpo forestale (766 operazioni) e dei carabinieri per le Politiche agricole (969). Per la prima volta l’indagine Mdc-Legambiente ha preso in considerazione l’attività dell’Agenzia delle dogane che, con i suoi 53 mila interventi, ha scoperto oltre 13 milioni di cibi importati per un valore di 8 miliardi di euro.
Il ministro per le Politiche agricole Luca Zaia li ha definiti “orrori alimentari” e ha sottolineato che i risultati dell’attività ispettiva “non ci esimono dal proseguire con ancora maggiore rigore in un’iniziativa che se ben organizzata ci può permettere di recuperare dai 50 ai 70 miliardi di euro, ai quali andrebbero aggiunte tutte le risorse non spese per guarire i danni che simili prodotti inevitabilmente arrecherebbero alla salute dei nostri cittadini”.
Se i dati “dimostrano l’efficacia dei controlli – dice Francesco Ferrante della segretaria nazionale di Legambiente – occorre investire di più in prevenzione, a partire dall’Agenzia per la sicurezza alimentare europea che ha invece brillato per assenza e per sudditanza agli interessi economici di pochi grandi gruppi dell’agroalimentare. La lotta alle contraffazioni e ai criminali che lucrano sulla fiducia e la salute dei cittadini diventa attività fondamentale e irrinunciabile”.
Un primato, in negativo, tutto italiano è sulle frodi sull’incasso degli aiuti comunitari nel settore agroalimentare. L’Italia supera del 30% la media europea, ma è anche l’unico Paese a essersi dotato di strumenti di controllo da parte di polizia specializzata.
Elena Mancuso