L’INIZIATIVA/2
Manifestazione organizzata da Settesoli. E a Menfi la raccolta si trasforma in uno spettacolo notturno a pochi passi dal mare
La vendemmia
diventa uno show
Una vendemmia da pellicola cinematografica è stata quella organizzata dalla Settesoli lo scorso 12 settembre a Menfi. Filari d’uva che degradano verso il mare, un pianoforte a coda sulla riva al tramonto, un falò, lanterne che lievitano verso un cielo notturno
: questo il set mozzafiato di “Vendemmia sul mare”, iniziativa pilota, lanciata da Diego Planeta per celebrare gli uomini e la terra Settosoli, 2300 soci e 6.000 ettari di vigneto. Ma anche un’occasione per presentare in anteprima il monovarietale Chardonnay. La vendemmia ha voluto offrire uno sguardo suggestivo sul periodo più caldo per chi fa vino, per l’azienda siamo al 70% di uva raccolta. Ad ospitare l’evento uno degli impianti di uve syrah più scenografici in cui ci si è divertiti a raccogliere i grappoli muniti di cesoie e cestini.
Lavoro senza sosta che ad oggi sfocia in una produzione di 6.200.000 litri di vino di qualità, ripagato da un tasso di crescita nei consumi, nonostante la crisi. “Stiamo registrando un tasso di crescita del 10% a valore – il direttore commerciale Grande Distribuzione Samantha Di Laura -, confermando il tasso positivo degli anni passati. Questo è il risultato di una politica di produzione e commerciale da un lato volta a soddisfare il consumatore, offrendogli vini con un prezzo allo scaffale eccellente, come i nostri monovarietali, e dall’altro a ripagare e a gratificare i soci.” Operazione che si avvale da quest’anno della consulenza di uno dei manager più autorevoli d’Italia, Vito Varvaro. “Vogliamo sfruttare le enormi potenzialità di questa cantina e portarla nel mondo, per questo stiamo rafforzando i canali distributivi, la rete vendita e adottando i sistemi di marketing più sofisticati”. Ma dietro a tutto questo c’è una delle più audaci manovre di investimento fatte sulla qualità: la riconversione ed il rinnovamento in 8 anni di 4.500 ettari, in vista di una migliore resa qualitativa. Spiega, infatti, Antonino Verderame, del consiglio di amministrazione e presente all’evento: “L’operazione ci ha consentito di ottenere la stessa produzione, che si attesta in media sui 150 quintali di uva, aumentando il numero di piante e predisponendo impianti a sesti più stretti. Una maggiore densità che ci ha consentito di alleggerire e di stressare meno la singola pianta.” Protagonisti di tale traguardo sono però soprattutto due elementi: il mare, artefice silenzioso dei profumi e dei colori di questi vini ed il territorio, che l’agronomo Filippo Buttafuoco definisce “un continente, per la varietà di tipologie e composizioni di terreni e condizioni pedoclimatiche che cambiano repentinamente da zona a zona e da altitudine ad altitudine”. Lo spirito di questa vendemmia in festa è stato un tributo alla simbiosi tra sapere dell’uomo e natura che si fa vino e che il direttore generale Salvatore Li Petri riassume così: “Con questa iniziativa abbiamo voluto far vedere di cosa è fatto il nostro vino ed è attraverso il vino che vogliamo far parlare di sé questo territorio, il mare, la natura e la sua gente, e far vedere quanto tutto questo imprima nell’uva le sue straordinarie caratteristiche.”
Manuela Laiacona