IL BILANCIO
In Sicilia calano le presenze negli alberghi e nei ristoranti. Tra le mete tengono duro Catania, Palermo e Taormina. Gli agriturismo isola felice
Turista dove sei?
Catania e Palermo sono state tra le prime quattro mete preferite dagli italiani per le vacanze estive di quest'anno. Un bel primato se si pensa che al primo posto svetta New York, mentre al secondo Parigi. Malgrado la crisi economica diffusa nessuno ha voluto rinunciare alle vacanze, seppur affrontando qualche sacrificio o evitando di “spendere e spandere”.
Eppure un calo di presenze sia negli alberghi che nei ristoranti si è sentito. Almeno secondo quanto raccontano alcuni ristoratori e direttori di alberghi siciliani. Un calo relativamente lieve, che si attesta «attorno al dieci per cento», dicono. Un’inflessione che, però, non ha colpito l’agriturismo. Qui invece si registra un incremento. Secondo la Coldiretti, «gli agriturismo raccolgono i favori di tanti vacanzieri perché danno l'opportunità di conciliare la buona tavola con la possibilità di stare all'aria aperta avvalendosi anche delle comodità e dei servizi offerti soprattutto in condizioni di tempo incerto».
In Sicilia, una delle mete più gettonate è Taormina. Occorre invece annotare un cambiamento nelle abitudini dei vacanzieri. Si parte per pochi giorni, si sceglie oculatamente, magari anche approfittando di qualche occasione last minute, si sta attenti a ciò che si acquista durante la vacanza.
Piccole accortezze che di certo non toccano i clienti del noto albergo palermitano “Villa Igiea”, dove una camera costa almeno 300 euro. Anche qui è stato registrato un calo di presenze. «Siamo ad un dodici per cento in meno dello scorso anno – dice Gianluigi Martorana, il direttore -. Un calo dovuto alla mancanza di servizi, poca informazione, musei chiusi. E poi il problema rifiuti quest’anno ha fatto la sua”. E continua: “Sono stati nostri ospiti molti francesi ed inglesi. Mentre gli americani si sono dimezzati». Colpa dell’euro, probabilmente. Discorso a parte invece durante la visita del sultano dell’Oman ad agosto. «Ottantacinque le camere prenotate per dieci notti». Qui è stato ospitato infatti il suo folto entourage.
Andando a Ragusa, in particolare a Ibla, la situazione non è molto diversa. «Abbiamo perso gli americani – esordisce Giuseppe La Rosa che gestisce “La locanda di don Serafino” -. E’ invece da notare la presenza insolita di svedesi e finlandesi». Il mese di agosto comunque sembra quello più proficuo. «Abbiamo ottenuto il triplo rispetto ai mesi di giugno e luglio – commenta La Rosa -. Un sollievo, perché non vi era alcun auspicio positivo». Rimane tuttavia «una clientela parsimoniosa ed attenta». In particolare «le prenotazioni arrivano sempre più spesso all'ultimo momento. – commenta Luca Caruso dell’albergo/ristorante “Signum” di Salina (Isole Eolie) -. Il calo di presenze che abbiamo subito è stato causato soprattutto dall’incertezza dei collegamenti». Al contrario «abbiamo registrato un incremento nel settore della ristorazione». E per Edi Sommariva, direttore generale di Fipe (federazione italiana pubblici esercizi), è necessario un rilancio del settore. «Rilancio – commenta – che consista nell’inventare un nuovo modello di turismo, fatto di servizi integrati che rappresentano il vero tessuto connettivo del paese. È la valorizzazione delle risorse che rende appetibile un luogo. In un turismo globale si vince se si attirano nuovi stranieri, ma soprattutto se si fa crescere il numero dei turisti nazionali».
Sandra Pizzurro