CIBO & STORIA
A Emanuele Filiberto I di Savoia si deve la diffusione della «bevanda degli dei» in Piemonte. La ebbe in dono dal re di Spagna Carlo V per la vittoria di San Quintino sui francesi
La cioccolata
del Duca
Visse per 52 anni Emanuele Filiberto I di Savoia. Era detto Testa di Ferro e il suo nome, oltre ad essere legato ovviamente alla storia italiana, ha trovato uno spazio d´eccezione in cucina, grazie alla cioccolata.
Nato nel 1528 e morto nel 1580, fu capitano generale dell´esercito spagnolo agli ordini dell'imperatore Carlo V, e trasferì da Chambery a Torino la capitale del suo ducato. Emanuele Filiberto I viene ricordato anche per le sue qualità di grande amatore, giocatore d'azzardo, cacciatore, abile nuotatore e amante del buon bere. Si dice di lui che fu un “cavaliere ardito ed elegante” capace di giocare, quattro e sei ore con la palla senza stancarsi mai. La sua tavola pare che fosse sobria nella scelta delle pietanze ma apparecchiata in modo impeccabile con ricchi lini e prezioso vasellame proveniente da tutta Europa. In privato Emanuele Filiberto I amava consumare i pasti con la moglie, i due ordinavano cibi diversi e se li scambiavano con reciproca cortesia.
E si deve proprio al duca Emanuele Filiberto la diffusione nel Cinquecento della cioccolata in Piemonte, prezioso dono ricevuto proprio dall'allora re di Spagna Carlo V per la vittoria di San Quintino sui francesi. Nei secoli successivi la cioccolata calda, detta «bevanda degli dei», divenne di gran moda tra i nobili piemontesi, grazie al movimento di cuochi, pasticceri e cortigiani che si creò a corte in seguito ai matrimoni dei Savoia con principesse francesi e Infante di Spagna. Torino divenne così una delle capitali europee della lavorazione del cioccolato. Una passione che nei secoli ha stimolato la fantasia dei maestri cioccolatieri e creato specialità note in tutto il mondo come il gianduiotto, la crema di cacao e nocciola, il gelato da passeggio. Ma fu nel 1678 che la cioccolata divenne di uso pubblico, quando i reali concessero a Giò Antonio Ari la prima licenza per l'apertura di una bottega di cioccolateria e per esercitare l'arte del cioccolatiere. Il permesso reale così recitava: «Vendere pubblicamente la cioccolata in bevanda per anni sei prossimi dalla data della presente».
Il nome dei Savoia è rimasto nei secoli legato a quello della «bevanda degli dei». Per rendere onore al cioccolato, la città di Moncalieri, in Piemonte, ha voluto consolidare il binomio «Cioccolato – Savoia» attraverso la mostra delle «residenze in cioccolato», una rassegna delle residenze sabaude realizzate totalmente in cioccolato da abili maestri cioccolatieri e pasticceri.
Carla Fernandez
Cioccolata alla Savoia
Ingredienti: cioccolato amaro fondente, mandorle tritate, peperoncino in polvere, zucchero, latte
Procedimento: sciogliere il cioccolato nel latte già portato ad ebollizione. Amalgamarvi con una frusta zucchero, mandorle e peperoncino, fino ad ottenere una spuma densa. La cioccolata si può servire da sola o accompagnata a formaggio fresco, frutta o biscotti.