BOTTIGLIE SOTTO ESAME
Al Cous cous fest la degustazione organizzata da Cronache di gusto: 10 vini dell’annata ’98 messi a confronto. Esame superato
La Sicilia sfida
sé stessa
Sicilia contro Sicilia. La qualità messa a confronto con la longevità. Un bianco, otto rossi e un dolce in gara con sé stessi per dimostrare che i vini di Sicilia non sono solo potenti o “marmellata” ma anche capaci di dimostrare carattere, alla lunga, dopo centoventi mesi in bottiglia.
Dieci lunghi anni per maturare, per affinarsi, per diventare grandi. Un viaggio nel tempo, in una realtà diversa, in una filosofia del far vino differente da quella di oggi. Un viaggio diventato realtà nello stand Barilla del Cous cous fest di San Vito Lo Capo nel corso di un evento organizzato da Cronache di gusto in collaborazione con l’Istituto regionale della Vite e del Vino.
E grandi lo sono diventati davvero i dieci della nazionale siciliana dell’annata 1998: il Nozze d’Oro di Tasca d’Almertita (Sclafani Bagni – Palermo); il Faro Palari di Palari (Messina); il Serra della Contessa di Benanti (Viagrande – Catania); il Contrade labirinto di Cos (Vittoria – Ragusa); il Santa Cecilia di Planeta (Menfi – Agrigento); il Duca di Montalbo di Milazzo (Campobello di Licata – Agrigento); il Feudo Montoni selezione Vrucara di Feudo Montoni (Cammarata – Agrigento); il Mille e una Notte di Donnafugata (Marsala – Trapani); il Ceuso della cantina Ceuso (Salemi – Trapani); e infine il dolce Morsi di Luce di Florio (Marsala – Trapani). A tenerli a battesimo Fabrizio Carrera, oltre al presidente e al vicepresidente dell’Irvv, Leonardo Agueci e Giancarlo Conte, e ai “papà” dei vini in vetrina.
Nessun vincitore e nessun vinto. Insomma nessun “migliore della serata”, solo una consapevolezza: che il vino di Sicilia può dare molto più di quello che ci si aspetta e che guardare ai vini del passato è la vera sfida del futuro.
Marco Volpe