LA CURIOSITÀ
Un progetto dell’Istituto Vite e Vino per realizzare la vendemmia più a sud d’Europa, con la consulenza di Giacomo Tachis
La scommessa
di Linosa
Circa cinque quintali di uva, è il bilancio della prima vendemmia realizzata dall’Istituto regionale della Vite e del Vino a Linosa. Si tratta del primo passo di un progetto di valorizzazione dell’isola attraverso la produzione vitivinicola curato dal settore tecnico sperimentale dell’Irvv con la supervisione dell’enologo Giacomo Tachis.
Il progetto, che prevede la realizzazione della vendemmia più a sud d’Europa, ha preso il via grazie al contributo di Fedele Giardina, proprietario dei sette mila metri quadri di terreno messi a disposizione dell’Istituto per la sperimentazione del nuovo vino passito, e grazie all’appoggio del Comune di Linosa, nella persona del delegato sindaco Salvatore Ramirez.
L’Irvv ha intenzione di realizzare un vino passito sperimentale sfruttando le piante di Zibibbo presenti nell’isola. Per questo ha piantato una parte di piante innestate e una parte di barbatelle selvatiche che permetteranno di utilizzare le gemme delle vecchie piante già presenti.
Questa prima vendemmia è stata fatta con i vigneti già presenti sull’isola. Gli uomini dell’Irvv hanno incontrato non poche difficoltà: a Linosa le vigne sono pochissime, sparse su un terreno molto ampio, l’uva raccolta normalmente era destinata al consumo da tavola. Per ottenere un buon quantitativo sono stati “setacciati” i terreni di più di 20 agricoltori con 5, 10 e 20 piante per terreno.
Le uve perfettamente mature sono state vendemmiate nella terza settimana di agosto, dopo il periodo di appassimento sono state trasportate nelle cantine dell’Istituto a Marsala.
Qui gli esperti dell’Irvv, con la supervisione del grande enologo, Giacomo Tachis, dopo la fase di lavorazione decideranno quante bottiglie produrre, una stima iniziale parla di non più di 500 bottiglie.
“Al momento il progetto è in una fase di partenza – ricorda Vincenzo Melia, direttore dell’Istituto – le uve raccolte fanno parte dei vigneti già esistenti, per la vendemmia dei nuovi vigneti impiantati dall’Istituto dovremo aspettare il prossimo anno”.
Ciro Frisco