Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 79 del 18/09/2008

QUI MILANO Il bello di restare al verde

17 Settembre 2008
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    QUI MILANO

quimilano79_hp.jpgAl Capoverde relax e scenario emozionante: cena in un vivaio, con i tavoli tra le piante e nel menu anche tisane, erbe e cibi biologici

Il bello di restare
al verde

Mangiare all’interno di un vivaio? Scegliere un tavolo immerso nel verde, con piante che fanno da scenario durante una serata romantica o un meeting di lavoro? E poi farsi consigliare creme, tisane, tè, all’interno dell’erboristeria che propone rimedi a base di erbe, tisane, qualche alimento biologico e molti cosmetici naturali? Sembra strano, ma non lo è.

Entrare in un’oasi lussureggiante e verdeggiante, piena di profumi e odori naturalistici, e mangiare in mezzo a piante di vario genere sembrerebbe, infatti, in una Milano piena di smog e di auto, un miraggio: eppure, l’idea originale dei gestori del Capoverde, locale in zona Palmanova-Loreto nato all’interno di un vivaio, sembra essere stata accolta con successo, facendolo diventare uno dei locali più trendy. Relax ed emozione sembrano essere le parole chiave del successo.
È il primo concept store della città: cocktail-bar, ristorante, centro botanico ed erboristeria, infatti, convivono in un ensamble armonioso. Lo stesso café-restaurant, ambientato in una serra vecchia di ottant’anni di grandi dimensioni, è uno spazio su due piani con piante, fiori e tavoli da giardino immersi in essi, scenografia naturale e intima per momenti di relax, cene romantiche, piccoli banchetti o riunioni di lavoro. Il contesto “boschivo” si unisce molto bene con i piatti serviti: pizze (tra cui la richiesta Capoverde, con zucca e taleggio), e primi vari, insalate e secondi, tutti sempre freschissimi per lo più provenienti da piccoli produttori o da aziende agricole selezionati, vengono serviti con prodotti tipici stagionali e secondo la tradizione classica italiana, proprio come “madre natura” richiede. Il tutto accompagnato da una selezione curata di vini e birre da degustazione.
Fino a poco tempo fa, si poteva fare anche l’happy hour, peraltro premiato come marchio di qualità dalla Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Milano per la qualità del servizio offerto in collaborazione con Isnart (istituto nazionale di ricerche turistiche), Epam ed Actl (associazione per la cultura e il tempo libero); adesso, invece, “fritti, cicchetti e un bicchiere di vino”.
L’unica pecca? Forse un po’ troppo caro! Ma si sa: la natura non ha prezzo e, oggi come oggi, dove di verde ce n’è poco, è meglio approfittare!

Rita Vecchio