L’INCHIESTA
In Sicilia i ristoranti più gettonati sono a Taormina e Ragusa. In pochi scelgono la cucina degli alberghi. «Si investe più sul lusso che sui cibi»
Chef d’hotel
Una cena in albergo? Non capita spesso. Anzi, succede molto raramente di prenotare un tavolo nel ristorante di un hotel. Il motivo? Accursio Craparo, chef del ristorante La Gazza Ladra de l’Hotel Palazzo Failla di Modica (Ragusa) ha la risposta: “Una volta i ristoranti degli alberghi offrivano un ottimo servizio e una buona qualità dei piatti.
Poi però la cucina dell’hotel ha perso valore, probabilmente perché si è pensato di investire di più sull’eleganza e il lusso della struttura sottovalutando la qualità dei cibi. Come dire: tanto fumo e poco arrosto”. Ed ecco il processo di allontanamento dai ristoranti degli alberghi. Ma Craparo tiene a precisare: “Qualcosa adesso sta cambiando”. Ed è d’accordo con lui Claudio Ruta, chef del ristorante La Fenice dell’Hotel Villa Carlotta di Ragusa: “Evidentemente ci si è resi conto che anche la cucina ha la sua importanza in un hotel. E negli ultimi tempi si tende a coccolare di più il cliente dell’albergo. Del resto è ormai una necessità, poiché il turismo enogastronomico è in crescita”.
Insomma, ci sono i presupposti per il cambiamento di rotta. In Sicilia, in fondo, non mancano i grandi hotel che godono di un Gourmet Restaurant. Oltre a La Gazza Ladra e a La Fenice c’è anche il Don Serafino della Locanda Don Serafino di Ragusa; il Principe Cerami del San Domenico Palace Hotel di Taormina; il Signum dell’hotel Signum di Salina-Eolie. Passi notevoli anche al Dubbesi del Kempinski Giardino di Costanza (Mazara del Vallo). Tutti belli per estetica, qualità e varietà dei menu, competenza del personale, cantina eccellente valorizzata da un bravo sommelier. Palermo è un po’ indietro. I ristoranti dei cinque stelle Villa Igiea, Federico II e Wagner non riescono ad emergere più di tanto.
In sintesi, il pubblico più raffinato e colto che la Sicilia ha avuto modo di ospitare è sicuramente passato da Taormina e più recentemente dal ragusano. E nel resto d’Italia? Il ristorante italiano più chiacchierato è nella capitale. Il ristorante La Pergola (Tre Stelle Michelin) dello chef Heinz Beck – tedesco-bavarese che si cimenta con la cucina mediterranea – è al Rome Cavalieri Hilton.
E all’estero? A Parigi molti dei tre stellati deliziano il palato degli ospiti di Grand Hotel. Alain Ducasse è all’Hotel Plaza Athénée. Philippe Legendre è di casa al Le Cinq del Four Seasons, mentre Jean-François Piège è al Les Ambassadeurs dell’Hotel Crillon. Tutti cinque stelle. Per le altri capitali europee? Ad Amsterdam il The Dylan è al design Hotel The Dylan Hotel, mentre il ristorante Le Rive è di casa all’Hotel Amstel. Uno dei ristoranti più celebrati di Bruxelles, il Sea Grill, si trova al RadissonSas. Cinque stelle. Il top del lusso viennese, l’Hotel Palais Coburg, beneficia dei manicaretti di Christian Petz al ristorante Coburg. Seicento euro a notte per la camera. I tedeschi non scherzano affatto. Nel conteggio delle stelle Michelin per l’anno 2008, i tedeschi hanno superato gli italiani posizionandosi al 2° posto dopo la Francia. L’Hugos, il Lorenz Adlon, il Quadriga, il Facil sono tutti ristoranti di Berlino presso hotel 5 stelle lusso. A Colonia il Vendome è al fascinoso castello di Bensberg. Ad Amburgo il Jacob del cinque stelle Louis C. Jacob guarda sul fiume Elba. Praga? L’Allegro è al Four Seasons. Ginevra? Eccelle il Neptune de l’hotel Mandarin Oriental. Londra: Galvin at Windows dell’Hilton. Pechino? Il Barolo del Ritz-Carlton e Daccapo del Regent Beijing.
Francesco Pensovecchio