L'ESTATE FINITA
Nella cittadina dello Ionio una bella esperienza gastronomica dopo il concerto di Maazel. E poi un sorprendente bar sull'Etna
Metti una sera
a Taormina
di Fabrizio Carrera
Cosa ci portiamo dietro di quest’estate ormai finita? Anche per un gourmet i mesi più caldi dell’anno sono un’occasione: ci si muove di più, si va più spesso al ristorante, le giornate lunghe consentono visite ad orari insoliti a cantine e aziende che producono cose buone.
Personalmente voglio citare due località che oggi rappresentano alcune tra le méte migliori per chi vuole conoscere una buona Sicilia. La prima è Taormina, un po’ caotica ad agosto, come é naturale che sia, ma sempre piena di fascino. Una serata ascoltando Maazel che dirige la Nona di Beethoven al teatro Greco e poi via a mangiare in un ristorante à la page, come la Capinera ti risolleva l’animo anche se la donna che hai davanti a te, alterna volto pieno di gioia a faccia pensierosa. Andare da Piero D’Agostino, patron di questo locale a Spisone, lungo la riviera di Taormina, è un divertimento. Perché si mangia bene, perché i piatti sono presentati in modo attento e colorato, perché c’è una carta dei vini imponente dove poter bere piacevolmente un Kerner 2006 come quello di Manni Noessing, produttore della Valle Isarco, l'Alto Adige che torna sempre. E c’è pure la carta delle acque minerali che potrà apparire un’esagerazione ma tant’è. I piatti: dalle variazioni di pesce crudo alla ricciola appena scottata e piena di piccoli contorni. E poi il dolce, il caffè d’orzo, raro nei locali siciliani. Peccato che poi Taormina pecchi per quei negozi turistico-gastronomici dove i prezzi di certi vini o di certe leccornie sono inavvicinabili. Un gourmet attento deve tenere gli occhi aperti.
La Sicilia che ci piace merita un’altra annotazione. Ed è la seconda località che voglio citare. Geograficamente siamo a poca distanza da Taormina. Basta imboccare la valle dell’Alcantara da Fiumefreddo, attraversare paesini dall’aria tranquilla e raggiungere, in direzione di Randazzo, una piccola frazione di Castiglione di Sicilia: Solicchiata. Qui vive e lavora Sandro Di Bella. Gestisce un bar lungo la strada principale. E fin qui tutto normale. Solo che da quando ha conosciuto alcuni produttori di vino ha deciso di far diventare il suo locale una sorta di wine bar. Ma non un luogo dove si può trovare un vino qualsiasi. Semmai tutto il contrario: etichette delle “triple A”, rari bianchi francesi o spagnoli, rossi da parti del mondo insolite. Da sballo, ve lo assicuro. Sorprendente. Ed il bello è che ogni venerdì tutti gli enofili del posto si riuniscono per stappare e bere alla grande con la variante che il primo venerdì del mese è dedicato ai vini dei contadini della zona. Di Bella insomma merita un articolo che pubblicheremo presto su questo giornale. Così, tra Taormina e l’Etna si sono consumati i nostri momenti di gloria. Aspettando un’altra estate.