VERDE A TAVOLA
Spesso ingrediente non principale ma indispensabile, come nella caponata di melanzane. C’è chi ne parla come un viagra ante litteram, tanto che Tristano ne fece elemento base del suo filtro d’amore con timo, alloro, pepe e peperone
Sedano,
l’eterno secondo
Una caponata di melanzane senza sedano si potrebbe ancora chiamare caponata? Se la melanzana è l’ingrediente principe, il sedano viene subito dopo. Al più famoso e classico degli antipasti siciliani conferisce infatti quel tipico retrogusto che si percepisce in un secondo tempo.
Ma se il sedano spesso è componente secondario di insalate e varie pietanze, dai sughi per le paste ai condimenti per i secondi (di carne, prevalentemente), c’è una ricetta semplice semplice che censente di gustarlo da solo. A parte l’elementare piatto preferito da chi vuole dimagrire, coste di sedano, olio e un pizzico di sale, un must negli Stati Uniti, il sedano può essere gustato fritto. Basta eliminare lo stelo più tenero, tagliare le parti più grosse delle coste in tocchi di un centimetro e sbollentarle. Quindi si prepara una pastella a base di farina, uova e acqua in cui immergerle. Una leggera frittura in olio d’oliva molto caldo e il piatto è pronto.
Derivato dalla pianta selvatica amante del fresco, della salinità e delle paludi, il sedano è un vero toccasana. Due adagi popolari ne esaltano le virtù. Il primo si riferisce alle proprietà diuretiche e dimagranti: “Se l’uomo conoscesse le virtù del sedano ne riempirebbe l’orto”. Il secondo detto lo celebra quasi come un viagra ante litteram: “Se donna sapesse quel che il sedano fa all’uomo andrebbe a cercarlo da Parigi a Roma”. Sulla capacità afrodisiaca del sedano si può amichevolmente discutere. Certo è che il filtro d’amore di Tristano ne conteneva una buona parte, insieme a timo, alloro, pepe e peperone. Il medico dei medici, il greco Ippocrate, duemilacinquecento anni fa lo proponeva come calmante: “Se i vostri nervi sono sconvolti il sedano sia il vostro cibo e la vostra medicina!”. È infatti febbrifugo, digestivo e stimolante. Qualità ribadite perfino dalla morigerata Santa Ildegarda. Della stessa famiglia della carota, le Ombrellifere, il sedano pare sia apprezzatissimo anche dalle api. E il nome scientifico dà ampio risalto a questa predilezione: Apium graveolens.
Mario Pintagro