LA CURIOSITÀ
Viene prodotto a Termini Imerese, vicino Palermo, e finisce sulle tavole della casa imperiale giapponese
Un miele da re
Circa venticinque anni fa (nel 1983) è venuta l’idea a Giuseppe Coniglio di Termini Imerese, in provincia di Palermo, di produrre miele. In un periodo in cui non si era ancora rivolta adeguata attenzione alla produzione di prodotti biologici, si può certo dire che Giuseppe sia stato un precursore, nel cercare di creare dal nulla una attività che potesse garantirgli, oltre che un mestiere per la vita, anche il mantenimento di un legame con la natura che sentiva molto forte.
Un grande rispetto per le api e per i luoghi dove esse si nutrono è infatti ciò che caratterizza l’attività di questo produttore siciliano. Le sue produzioni sono certificate dall’Aiab (Associazione italiana agricoltura biologica) e le circa 700 arnie sono collocate in apiari stanziati in diversi comuni nella provincia di Palermo e di Siracusa. La pratica usata è quella del nomadismo, gli apiari cioè vengono spostati in diverse zone per sfruttare meglio le fioriture stagionali, e vengono collocate in aziende certificate o in aree demaniali lontane da possibili fonti di inquinamento, quali autostrade, fabbriche o terreni coltivati convenzionalmente. L’azienda ha conosciuto momenti di difficoltà soprattutto nei primi anni di lavoro, in particolare nel 1986 in seguito alla diffusione di quella che fu conosciuta come una delle più gravi malattie che hanno colpito l’allevamento apistico in Italia e nel mondo: l’acaro Varroa che comportò la perdita di numerose famiglie.
In questo contesto Giuseppe indirizza gli sforzi maggiori per la produzione di api per impollinazione, e ottenendo abbastanza presto, validi risultati, punta al potenziamento della produzione di miele che da ora in poi viene diffuso in tutta Italia e poi nel mondo.
Il miele prodotto è di tipo monofora di essenze e piante tipiche dell’areale siciliano: agrumi, eucaliptus, timo, sulla, carrubo, ma la produzione peculiare dell’azienda è quella del raro miele di nespolo. Tale produzione non è continua negli anni a causa della fioritura invernale delle essenze, che risente delle avverse condizioni atmosferiche. Negli anni Novanta, l’azienda varca i confini isolani per partecipare a fiere di settore in tutta Italia (Firenze, Milano, Bologna) ed è grazie a un barattolo di miele acquistato a Firenze da giapponesi che si dischiudono per il miele di Coniglio, i confini di altri continenti. Dal Giappone vengono richiesti campioni di miele corredati da analisi qualitative, e dopo una visita all’azienda viene avviato un rapporto commerciale che ha consentito a Giuseppe Coniglio di divenire fornitore della casa imperiale del Giappone.
Se vi capiterà di sfogliare delle riviste giapponesi, non stupitevi di trovare fotografie dei vasetti di miele di Coniglio. Intensi rapporti commerciali sono intrattenuti anche con la Germania, ma le fiere e i congressi a cui ha preso parte l’azienda Coniglio spaziano dal Marocco agli Stati Uniti, dall’Egitto a Londra e Parigi, da Mosca a San Francisco, da Bruxelles a L’Avana. Oggi l’azienda ha un volume d’affari di circa 200 mila euro, il prezzo al dettaglio del miele va dai 6 agli 8 euro, ma oltre al miele Coniglio produce anche marmellate di arancio, limone e mandarino prodotte con frutta dolcificata solo con miele certificato senza altri ingredienti aggiunti.
Aurora Rainieri