SALONE DEL GUSTO
Una degustazione che ha visto come oggetto di discussione l’utilizzo del legno nel vino e la sua importanza
I legni ed il vino
Quanto conta la scelta del legno nella realizzazione di un vino. Se ne è parlato durante un incontro al Salone del gusto di Torino. Tra gli ospiti Ludovic Gauthier, artigiano selezionatore di legni per le botti e Aldo Vajra, famoso produttore di Barolo nelle Langhe.
In degustazione sette vini espressione di scelte di affinamento diverse. Ogni foresta è espressione di un terroir, ogni annata di querce è diversa dall’altra ed ogni albero differisce dall’altro per vari fattori. Terroir, annata e differenza pianta pianta, sono anche le parole chiave del vino. Molti punti di contatto certo, ma anche innumerevoli sfumature animano la polemica sul se e quanto il legno debba o possa influenzare il vino. Ludovic Gauthier è portavoce di una filosofia che considera il legno parte integrante del prodotto vino, così spiega “Se il legno è di qualità avviene una sorta di armonizzazione con la botte e la microssigenazione è virtuosa.
Ad ogni vino poi la sua botte, perchè la tostatura, l’essicazione e l’asciugatura sono componenti centrali nella scelta”.
Aldo Vajra invece, si è espresso in termini molto diversi “Io cerco un legno che non dia il gusto di legno al mio vino, quindi una botte che senta il clima, che evolva insieme al vino, ma che non lo invada mai. L’idea di vino piacevole per me è questa”.
I vini in degustazione, quattro cru di Pinot Noir di Philippe Charlopin, che si differenziavano per un affinamento in botti di Tronchet, Allier, e due di Jupille. I tre vini proposti da Aldo Vajra erano tre Nebbiolo 2009 (campioni da vasca), il primo affinato in rovere di Allier Grain Fine, il secondo di Jupille e infine il terzo di Troncais.
Infine, un brevissimo accenno è stato fatto sui chips, ovvero i famigerati pezzetti di legno che vengono aggiunti da alcuni produttori, ma che restano ancora vietati in molti paesi, tra cui l’Italia. Si è parlato di infusione, di vini che vogliono solo seguire la moda, ma sul fatto che la qualità non nasca dai chips, tutti gli intervenuti si sono trovati d’accordo.
Laura Di Trapani