La grappa da rilanciare
All’interno del primo Festival dell’Enoturismo italiano, tenutosi a Vicenza dal 23 al 25 ottobre, di particolare rilevanza è stato il talk show “Turisti in distilleria” con il dibattito tra produttori storici di grappa ed esperti del settore, Paolo Brunello, Jacopo Poli, Vittorio “Gianni” Capovilla, Elena Schiavon e Ivan Dal Toso, insieme ad un outsider, il produttore vinicolo Fausto Maculan: moderatore, il giornalista Alberto Lupini. Tema centrale, l’importanza del rilancio della grappa attuando strategie di marketing indirizzate a sostenere l’offerta turistica aprendo cantine e distillerie al pubblico all”insegna del wine tourism. Il consumatore, in tal modo, potrebbe visitare direttamente i vigneti, le campagne, e assaggiare la qualità direttamente in loco. Fu proprio da Vicenza che nel 1997 partì la formula delle “Distillerie aperte”, che prevedeva una settimana di apertura delle aziende per mostrare al pubblico tutte le fasi della distillazione, direttamente tra gli alambicchi. Sicuramente un successo, ripreso poi in tutta Italia con le “Grapperie Aperte”.
“Una formula che negli ultimi tempi sta conoscendo una fase di stanca, con un calo di presenze” ha detto Ivan Dal Toso, titolare dell’omonima distilleria. Altri, come Vittorio Capovilla, da due anni hanno abbandonato l’iniziativa perché non la ritengono di semplice attuazione: “Difficile seguire la produzione e il pubblico che chiede e osserva”. Il tutto inserito nel contesto di un calo generalizzato dei consumi di alcolici a causa delle leggi legate alla prevenzione per la guida. Secondo Capovilla bisogna puntare sulla qualità dei distillati e non al “fai da te” comune e poco propizio: per far ciò si pone d’accordo con l’idea di tracciare le etichette con il microchip al fine di dare conoscenza dell’origine e della storia del distillato. Secondo Jacopo Poli la grappa ha conosciuto un notevole incremento qualitativo negli ultimi decenni, grazie alla tecnologia di produzione e alla qualità delle aziende vinicole e allo stato delle vinacce fornite da queste ultime. “Il vero problema – ha sottolineato Paolo Brunello – sta nella mancanza di trasparenza in etichetta: è difficile comprendere se il venditore è anche produttore oppure solo un imbottigliatore”. “Questo – gli fa eco Poli – comporta una parcellizzazione dell’offerta con oltre 1500 imbottigliatori a fronte di 120 distillatori e l’incapacità di competere nel mondo con gli altri distillati, come Tequila e Rum. Prodotti dal gusto più facile e in grado di comunicare in modo più efficace il proprio territorio di origine”. Bisogna creare identità e, per questo, conoscenza del prodotto: la Grappa deve “accogliere” i visitatori al fine di essere apprezzata. Per questo le iniziative come il Museo della Grappa di Poli o l’accoglienza agrituristica per Brunello sono particolarmente sponsorizzate. In conclusione, Fausto Maculan, sottolinea la creazione di una sinergia nel territorio tra distillerie, ristoranti e cantine per promuovere le eccellenze e la qualità.
Rita Vecchio