IL DIBATTITO
Confronto ad Inycon su uno dei tempi più attuali legati alle cantine. Il binomio con la cultura, la carenza di segnaletica e…
Ma esiste
il turista del vino?
Terra con grandi potenzialità per lo sviluppo dell’enoturismo. Ma con limiti ancora da superare. Questa è l’opinione comune dei partecipanti all’incontro “Enoturismo, risorsa per uno sviluppo sostenibile”, tenutosi nell’ambito di “Inycon, Menfi e il suo vino”. Al centro del dibattito, la Sicilia.
“Il turista del vino può essere di due tipi – dice Francesca Smacchi, segretaria nazionale del Movimento turismo del vino – C’è il cosiddetto winelover, che si muove alla scoperta delle cantine, e il turista di territorio, che deve essere stimolato ad appassionarsi al vino come motivo di viaggio”. Sono soprattutto i primi, gli amanti del buon bere, a frequentare le aziende, come testimoniato da un questionario fatto compilare ai produttori dall’università di Catania. “Sono intenditori con buona propensione a spendere’’, spiega Vincenzo Asero, esperto di marketing territoriale. “E’ necessario che le cantine non siano lasciate sole – aggiunge Maria Elena Bello, delle Cantine Florio – La regione deve crescere nei servizi; tanta è la richiesta e tanto quello che c’è ancora da fare’’.
Un territorio ricco di storia, dai vigneti antichi. Una terra fertile da valorizzare, segnalando i percorsi, migliorando la qualità delle strade, incentivando la collaborazione e la reciproca conoscenza dei produttori. Nello stesso tempo, all’interno delle case vinicole, va data importanza primaria all’accoglienza, all’attenzione nel condurre la degustazione.
Il turista, appassionato o da iniziare che sia, non chiude però gli occhi una volta uscito dalla cantina. Per questo, tutto il settore dei servizi dovrebbe essere finanziato per sviluppare le strutture ricettive. Secondo Asero, “l’enoturista non esiste’’: nei brevi week end a disposizione il cliente vuole il più possibile dalla vacanza e l’enogastronomia è solo un ingrediente per soddisfarlo. Carlo Modica de Mohac, capo di gabinetto del ministro Vittoria Brambilla, fa tuttavia notare che il turismo va sempre più verso attività specifiche e si rendono necessari progetti studiati per rendere stimolanti i percorsi. Iter Vitis si sta muovendo in questa direzione, cercando di lanciare, in tutta Europa, itinerari in cui protagonista è il connubio tra vino e cultura. “Vogliamo rendere riconoscibili le nostre strade – dice Gori Sparacino, il direttore – Forti della presenza qui, nelle terre sicane, della sede del gruppo”.
Una raffica di aggettivi chiude il dibattito: enoturismo inebriante, divino, entusiasmante. Ma è “promettente” il termine su cui tutti puntano.
Bianca Mazzinghi