I più buoni sono gli «scozzolati»:
nati per caso…
Dolce, succoso, simbolo di sicilianità. Ecco il ficodindia. Le conoscenze più antiche risalgono al ‘500 in Messico. Intorno al ‘600, poi, sbarca in Europa e quindi anche in Sicilia dove cresce spontaneo, maturo senza grandi difficoltà e cure.
Di varietà ce ne sono tre. Bianca, rossa e gialla. Due produzioni all’anno: la fioritura normale ad agosto dove però il troppo calore e la siccità consentono solo la produzione di frutti piccoli e dal gusto non particolarmente dolce e con un’accentuata presenza dei semi. E poi i cosiddetti «scozzolati», più dolci e succosi, che vengono fuori sulla pianta in un secondo momento a patto che la precedente fioritura sia stata sacrificata prima che spuntino i frutti.
Gli scozzolati sono nati per caso, grazie a un produttore di Cinisi, che nel 1812 trovò i fichidindia tutti giù per terra a causa di un dispetto. E quelle stesse piante poco dopo rifiorirono con altri frutti ancora più buoni e più succosi. Gli «scozzolati» sono una variante siciliana irripetibile in altre parti del mondo: ci hanno provato anche in Messico dove la cultura del ficodindia è molto più diffusa che qui da noi, ma i frutti «scozzolati» così dolci come i nostri non si riescono a produrre.