ECONOMIA
Cuffaro ha presentato un pacchetto di interventi. Prevista anche l’esenzione totale dell’Irap per le cantine sociali. E l’Istituto regionale della vite e del vino ospiterà gratuitamente queste aziende in difficoltà che vorranno partecipare al Vinitaly 2008
Viticoltura in crisi,
la Regione chiede
lo stato di calamità
Un pacchetto di misure per fronteggiare la crisi che colpisce la vitivinicoltura siciliana e le circa settanta cantine sociali dell’Isola è stato presentato a Palermo dal presidente della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro, nella sede dell’Istituto regionale della vite e del vino.
Un incontro al quale ha partecipato anche l’assessore regionale all’Agricoltura, Giovanni La Via, i rappresentanti delle centrali cooperative e gli esponenti del mondo del credito. “Si tratta – ha sottolineato Cuffaro – di interventi concreti per fronteggiare la crisi del comparto vitivinicolo e, in particolare, delle cantine sociali. Abbiamo messo a punto un piano per la ristrutturazione dei debiti con la partecipazione dell’Ircac, delle banche e dell’Ismea (che interverrà attraverso il Fig, sigla che sta per Fondo interbancario di garanzia). E abbiamo richiesto la dichiarazione di stato di calamità”.
“Tra gli altri provvedimenti adottati – ha aggiunto il presidente della Regione – l’esenzione totale dell’Irap per le cantine sociali, la ricapitalizzazione delle stesse cantine attraverso l’Ircac e un contributo per l’acquisto dei fitofarmaci (i prodotti che vengono utilizzati in agricoltura per combattere gli agenti patogeni che danneggiano le colture). Inoltre l’Istituto regionale della vite e del vino ospiterà gratuitamente le aziende vitivinicole siciliane che vorranno partecipare al Vinitaly 2008”. Cuffaro ha parlato anche di un pacchetto di interventi nazionali che la Regione sta concordando con il ministero delle Politiche agricole. “La bozza, in linea di massima – ha affermato il presidente della Regione – è stata giudicata positivamente da Bruxelles. Lo Stato interverrebbe con una somma che dovrebbe oscillare tra dieci e quindici milioni di euro. Noi faremo la nostra parte, aggiungendo altre risorse”.
Sul pacchetto di interventi che si sta mettendo a punto a Roma è intervenuto l’assessore La Via. “Abbiamo chiesto lo stato di calamità naturale per i danni provocati dalla peronospora – ha detto La Via -. E sembra che Bruxelles abbia avallato la nostra richiesta”. L’assessore si è soffermato anche sulle garanzie che dovranno essere fornite alle banche dalle imprese che operano nel settore vitivinicolo. Di questo si occuperà l’Ismea (sigla che sta per Istituto servizi per il mercato agricolo), che nei prossimi giorni riunirà il proprio consiglio straordinario per approvare il regolamento per le garanzie da fornire al mondo del credito.
Nel corso dell’incontro è stato fatto il punto della situazione sulla crisi che attanaglia il settore vitivinicolo. I danni ai vigneti sono stati prodotti dagli attacchi di peronospora e dalle alte temperature raggiunte nel corso dell’estate scorsa. La provincia più colpita è quella di Trapani dove, quest’anno, sono andati perduti 2 milioni e 100 quintali di uva da vino, ovvero il 55% della produzione (nel 2006, nel Trapanese, la produzione è stata pari a 4 milioni 672 mila quintali di uva). Segue la provincia di Palermo, dove le perdite ammontano a un milione 150 quintali di uva da vino, pari al 35% della produzione (nel 2006, nel Palermitano, la produzione di uva da vino è stata pari a un milione 750 mila quintali di uva). Poi Agrigento, dove le perdite ammontano a un milione 110 mila quintali di uva, pari al 30% della produzione (nel 2006, nell’Agrigentino, la produzione è stata pari a un milione 590 mila quintali). Perdite di produzione si registrano anche nelle altre sei province dell’Isola, dove la coltivazione di uva da vino è comunque inferiore a quelle di Trapani, Palermo e Agrigento.
Nel complesso, il quantitativo di uva da vino andato perduto a causa delle alte temperature e della peronospora ammonta a 5 milioni 276 mila quintali (la produzione siciliana di uva da vino, nel 2006, è stata pari a 9 milioni 124 mila quintali). I tecnici dell’Istituto regionale della vite e del vino stimano in circa 100 milioni di euro il valore della produzione di uva da vino perduta quest’anno. Se a tale valore si aggiungono i danni provocati all’indotto, le perdite raggiungono i 160 milioni di euro circa.
C.d.G.