Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 193 del 25/11/2010

IL DISCIPLINARE In difesa del Nero d’Avola

25 Novembre 2010
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IL DISCIPLINARE

L’Istituto Vite e Vino dà vita a una certificazione di qualità per vitigno principe della Sicilia. Ammesso soltanto chi imbottiglia entro i confini regionali

In difesa
del Nero d’Avola

L’idea di fondo è quella di far uscire il Nero d’Avola dalla palude in cui rischia di cadere. E per certi versi in cui è già finito. Il vitigno principe dell’enologia siciliana, il più famoso per il pubblico non troppo specializzato che vive oltre lo Stretto, troppo spesso si trova sul mercato in fotocopie sbiadite a costi ridicoli.

Cancellare il “Nero d’Avola a un euro a bottiglia” è la battaglia che produttori e addetti ai lavori siciliani stanno portando avanti da tempo. L’Istituto regionale della Vite e del Vino, adesso, ci prova con un atto concreto: un disciplinare che in otto articoli suggerisce le linee guida per la creazione di un Nero d’Avola di alta qualità. “Lo spirito – spiega Leonardo Agueci, presidente dell’Irvv – è quello di una serie di suggerimenti che i produttori possono tenere in considerazione. Si tratta di norme che i nostri tecnici hanno messo insieme e che riassumono vent’anni di esperienza e di sperimentazioni sui vigneti siciliani”.Ma c’è di più. Perché chi seguirà il disciplinare avrà il diritto al rilascio della certificazione “Nero d’Avola Sicilia Qualità”, una dicitura che potrà essere inserita anche in etichetta. Gli otto articoli prevedono un insieme di regole che prendono in considerazione dalla base ampellografica, alla zona di produzione fino alle norme per la viticoltura. Proprio su questo ultimo aspetto, però, l’Istituto è aperto a dei suggerimenti. “Il disciplinare – dice Agueci – prevede l’esclusione dei terreni di fondovalle, ciononostante, laddove si dovesse dimostrare una buona produzione anche in quella posizione, non esiteremmo a rilasciare la certificazione”. Lo stesso vale per la resa per ettaro. Il disciplinare, all’articolo 4, prevede che non debba superare gli 80 quintali per ettaro ma qualcuno ha già parlato di prodotti soddisfacenti con rese che si aggirano sui 100 quintali per ettaro. Il disciplinare si chiude con una importante nota: “La certificazione ‘Nero d’Avola Sicilia Qualità’ potrà essere rilasciata solo ai vini imbottigliati nell’intero territorio della Sicilia”.

Marco Volpe