LA TOP TEN
Secondo il Wall Street Journal, Christian Puglisi, è uno dei primi 10 giovani chef d’Europa. La sua famiglia emigrò in Danimarca quando aveva 3 mesi e ora a 28 anni gestisce un ristorante apprezzato dai critici
Geni siciliani in cucina
Un siciliano tra i migliori giovani chef d’Europa. Almeno secondo il Wall Street Journal. Lui è Christian Puglisi, 28 anni, di famiglia siciliana.
Venuto con i genitori a Copenaghen da bambino è lì che ha imparato il mestiere ed ha accresciuto il proprio talento lavorando in due fra i migliori ristoranti del mondo, prima l’El Bulli in Spagna e poi il Noma nella capitale danese.
Adesso però ha deciso di correre da solo e tre mesi fa ha aperto un proprio ristorante. Si chiama Relae (traduzione danese di relais) e i critici gastronomici da allora non hanno fatto che scriverne recensioni entusiaste. Quanto basta per consentirgli di finire nel novero dei migliori primi dieci giovani cuochi di tutta l’Europa, secondo il Wall Street Journal. Lui dice di sentirsi onorato, ma anche un po’ sorpreso.
Il Relae è un locale molto particolare perché quella di Puglisi è una cucina gourmet, ma l’ambiente non è da ristorante formale. Dice di preferire una cucina ambiziosa da gustare in un luogo semplice, allegro che metta a proprio agio come in una trattoria italiana. Ci si siede ai tavoli di legno naturale senza tovaglia e si può scegliere solo fra i piatti contenuti in due menu, uno con carne e pesce e l’altro vegetariano. Tutti sono a prezzi accessibili e insieme insoliti e raffinati. In uno dei menu del giorno troviamo per esempio le ostriche danesi con cavolo, orzo ai capperi e cavolfiore con mandorle e gallinacci neri. Vitella con topinambur croccanti e salsa al pepe. E infine mele elaborate e finocchio o Toma Brusca di Castelrosso.
«L’ispirazione italiana c’è – dice Puglisi – ma solo nella scelta degli ingredienti». Olio d’oliva, olive, limoni, bottarga. E molte, molte verdure. «Le verdure mi piacciono, sono sane e la cucina vegetariana è diversa dalle altre, la usano in pochi. Ma – dice – suscita curiosità anche in chi non è vegetariano e desideri provare qualcosa di nuovo».
C.d.G.