Sicilia praticamente assente
Forse non era mai successo che ad una manifestazione importante di Slow Food la Sicilia fosse praticamente assente. Sta succedendo con i Vigneron d’Europe, l’assise che si terrà a Firenze nei prossimi giorni e che raduna tutti quei piccoli produttori che perseguono filosofie produttive per niente invasive, rispettose dell’ambiente e che si ispirano a quel trittico di parole buono-pulito-giusto che è diventato più di uno slogan per il fondatore di Slow Food Carlin Petrini. Dunque, che succede? Il legame di Slow Food con il territorio e le aziende è stato sempre forte ma questa volta forse c’è stato qualche problema se è vero – come è vero – che a Firenze ci sarà solo la cantina Riofavara di Ispica nel Ragusano di cui è proprietario Massimo Padova. Piccola cantina che noi apprezziamo molto per il Notissimo, un ottimo Moscato di Noto. A cercare le ragioni di questa scarsa presenza della Sicilia si possono tentare due ipotesi. La prima: le aziende sono un po’ stanche di fiere, rassegne, manifestazioni tra l’altro alla fine di un anno – questo 2009 – che certamente non brilla dal punto di vista dei fatturati. La crisi c’è, si sente, e forse il peggio non è ancora passato. E quindi cautela, prudenza nelle spese e quindi tagli, e pazienza se ai Vigneron d’Europe non si andrà. La seconda: c’è chi racconta di qualche difficoltà di Slow Food nel territorio siciliano. Difficoltà generate anche dalla rumorosa separazione dal Gambero Rosso che sta mettendo a soqquadro gli equilibri nazionali del giornalismo enogastronomico. Il Gambero Rosso ha sottratto alcuni uomini di punta a Slow Food, la quale sta reagendo chiedendo un aut aut a tutti coloro che hanno un ruolo dentro la stessa Slow Food ma che continuano a collaborare attivamente con la guida diretta da Daniele Cernilli. Della serie: o noi, o loro. Mentre tra qualche mese si decideranno le sorti delle regioni perché verranno designati i governatori tra riconferme, allontanamenti e dimissioni. Insomma, ne vedremo delle belle e forse tante teste rotolanti. Con due considerazioni finali: la Sicilia di Slow Food, quella che non si occupa solo dl vino manifesta una vivacità senza tregua (basta vedere l’attività di piccole condotte) e l’Isola è pur sempre in testa per numero di presidii, ovvero prodotti e realtà gastronomiche su cui Slow Food ha investito molto in questi anni. Segno che non è tutto ba buttare. L’altra considerazione è che le manovre per nominare i curatori della nuova guida al vino di Slow Food (che vedrà la luce nell’autunno del 2010) sono già avviate tanto che è stato già designato il responsabile per il Sud, Isole escluse. Si tratta di Luciano Pignataro, giornalista del Mattino, responsabile di un blog e autore di numerose pubblicazioni di settore; insomma un’autorità nel campo che avrà il compito di coordinare il lavoro per i vini di Campania, Basilicata e Calabria. E in Sicilia?
F.C.