IL PERSONAGGIO
Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana: “Tra i prodotti nostrani scelgo il ragusano e l’olio di Castelvetrano. Piatto preferito? Gli spaghetti ai ricci di mia suocera”
Un po’ di Cascio
a tavola
Francesco Cascio è in politica dall’età di 21 anni, quando venne eletto al consiglio comunale di Palermo. Di anni ne sono passati 24 e dopo essere stato, tra il ’90 e il 2006, assessore alla Sanità, all’Edilizia privata, al Turismo e all’Ambiente, copre adesso il ruolo di presidente dell’Assemblea regionale siciliana.
Lo incontriamo all’inaugurazione della cantina Centopassi, la prima realizzata su un bene confiscato alla mafia, a San Cipirello, vicino a Palermo. “Un progetto importante perché si chiude il ciclo produttivo uva-vino – dice Cascio -. Ora le cooperative possono non solo coltivare ma anche arrivare al prodotto finale imbottigliato”.
Quanto vino c’è sulle tavole delle trattative politiche?
“Molte decisioni si prendono a tavola, ma mai esagerare col vino e perdere lucidità”.
Non aiuta bere un po’?
“Nella prima fase può aiutare a sciogliere il ghiaccio. Ma io non bevo molto a pranzo altrimenti mi abbiocco. La sera a volte un po’ di rosso, ma non più di due bicchieri”.
Cosa beve?
“Mi piace il Duca Enrico, nero d’Avola strutturato, o il Nerello Mascalese dell’Etna”.
E, invece, il suo piatto preferito?
“Gli spaghetti ai ricci di mia suocera. A seguire, quelli del ristorante Acquario di Palermo. Come secondo, sarago al sale. E tra i prodotti siciliani, consiglio ragusano e olio di Castelvetrano”.
Concludiamo il pranzo con quale dolce?
“Facciamo un bel cannolo scomposto, anche se non mangio molti dolci”.
Le piace cucinare?
“Non so neanche accendere il fornello. Mangio sempre fuori”.
Neanche un caffè?
“Sì, con la cialda!”
B.M.